Dopo le otto mozioni e l'esposto presentati nei mesi di febbraio e marzo, adesso il consigliere di Alleanza Nazionale Giovanni Donzelli e il consigliere provinciale Guido Sensi si rivolgono al Tar per un ricorso sull'impianto di rottamazione del Ferrale, vicino Ponte a Greve. "Il progetto è stato già discusso in consiglio comunale - ha sottolineato il consigliere di An Giovanni Donzelli - e l'ultimo passaggio è avvenuto nel 12 febbraio 2007 quando è stata nuovamente approvata la variante urbanistica al Piano regolatore.
Si tratta di una zona particolarmente delicata dove si trovano falde acquifere a due metri di livello dal terreno e altri vincoli ambientali. In queste condizioni e in questa zona verrà costruito un impianto inquinante e non si capisce il perché". "Abbiamo presentato le mozioni e un esposto alla Procura della Repubblica a marzo - ha proseguito Donzelli - in cui abbiamo chiesto di verificare tra le altre cose anche vendita di terreni, attigui a dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto, al gruppo Margheri.
Per questo l'esposto è stato mandato anche per conoscenza all'avvocato Giuseppina Mione che sta portando avanti le indagini di Campi Bisenzio. Il nostro timore è che dopo la conversione di questo terreno per la realizzazione possano rendere edificabili anche i terreni vicini. Domani presenteremo il ricorso al Tar grazie a un'azione portata avanti dai cittadini che abitano a trenta metri dal territorio in questione". "Entro fine giugno il Tar si esprimerà sull'ammissibilità del progetto - ha aggiuntoli consigliere provinciale Guido Sensi - e poi eventualmente sull'opportunità di bloccare l'intervento.
Il nuovo impianto di smaltimento delle autovetture dovrebbe poter gestire 24 mila rifiuti pericolosi e 31 mila rifiuti speciali quando nel piano provinciale dei rifiuti si sostiene che i demolizzatori esistenti in provincia di Firenze se ne gestiscono 29 mila. Il nuovo impianto quindi ha un valore extraprovinciale in quanto riuscirebbe a trattare il doppio dei rifiuti dei cinque impianti precedenti. Senza contare - ha aggiunto Sensi -che questo nuovo centro , che diventerebbe il più grande della Toscana sorgerà accanto a case, palestre e scuole.
Abbiamo portato avanti un'indagine -ha spiegato Giuliano Colzi del comitato dei cittadini - e scoperto che il nuove centro arriva dopo la direttiva Cee del 2000 che impone direttive precise da seguire nel progetto: certi tipi di impianti non possono essere fatti in aree esondabili e in aree naturali e protette, sono invece privilegiate aree industriali e dimesse. Allora ci siamo domandati perché venire a costruire un impianto del genere qui in una zona che ha subito diverse alluvioni (nel 1966, nel 1992, 92 e 93)e dove ci sono falde acquifere a due metri dalla superficie del terreno".
"In base alla valutazione d'impatto ambientale - ha evidenziato il consigliere Donzelli -l'impianto dovrebbe essere messo al sicuro rispetto ad esondazioni duegentennali ma nel 66 l'acqua arrivo a due metri dal livello del mare. Al momento della Via fu stabilito quindi che il centro doveva nascere su una piattaforma rialzata. Nel progetto approvato nel 2005 - ha concluso Donzelli - è previsto però soltanto un rialzamento di 30 centimetri".