Arezzo, 24 maggio 2007- «Bravini sul solare, scarsi su biomasse e miniidro, zero sull’eolico». E’ questa la valutazione di Legambiente sull’insieme delle iniziative e dei progetti avviati in provincia di Arezzo sulle fonti rinnovabili di energia. Il risultato emerge da un rapporto che verrà presentato domani, venerdì 25 maggio, alle ore 11,30 alla Borsa Merci di Arezzo in occasione della manifestazione di due giorni Energicamente, promossa da Legambiente e Eta3. Secondo il rapporto Arezzo risulta seconda in Toscana per le installazioni di solare termico (1.000 mq installati nel 2006).
Un punto di partenza, non di arrivo, come sottolinea il presidente di Legambiente Arezzo, Beppe Croce, che invece fa notare quanto su altri settori dell’energia pulita Arezzo sia ancora un passo indietro.
La situazione tuttavia potrebbe migliorare molto nei prossimi mesi. Una decina di nuovi progetti di aziende agricole e industriali sono stati autorizzati sul fotovoltaico, dai piccoli pannelli sui tetti al megaparco della Plugit che copre oltre un ettaro di terreno in Valdichiana con una enorme ‘E’ fatta di aste girasole.
Tre microimpianti idroelettrici sono stati approvati, «ma il grosso della produzione elettrica lo fanno ancora le due vecchie dighe di Levane e La Penna» dicono da Legambiente. Sulle biomasse, oltre all’esperienza di avanguardia di Romana Maceri a Civitella nelle piccole centrali elettriche a oli alimentari esausti, sono da segnalare le piccole reti di teleriscaldamento a legna di Loro Ciuffenna in Pratomagno e Cetica in Casentino. Impianti che per dimensioni e legame virtuoso con le attività boschive locali sono, secondo Legambiente, il modo più efficiente ed ecologico di utilizzare le biomasse.
Sul fronte dell’eolico invece tutto fermo, a parte l’esperienza pionieristica delle tre pale di Montemignaio sul Pratomagno. Secondo Legambiente i progetti non decollano o per ostacoli burocratici o perché l’Enel litiga coi gestori privati su chi deve pagare i costi di adeguamento della rete elettrica. «Lo stallo dell’eolico è grave perché oggi è la fonte rinnovabile più efficiente ed ecologica per produrre elettricità – sostiene Beppe Croce, presidente di Legambiente Arezzo - e noi siamo ancora molto indietro; con tutti i progetti approvati e non ancora realizzati sulle rinnovabili arriviamo appena a 5 o 6 megawatt di potenza con un contributo del tutto insufficiente da parte nostra nella lotta ai cambiamenti climatici».
«Certo non si favorisce il decollo delle rinnovabili quando i gestori privati propongono progetti smisurati come una megacentrale da 50 MW a biomasse a Castiglion Fiorentino o 21 pale sul crinale del Pratomagno a Castiglion Fibocchi – continua Croce - ma solo con l’energia eolica, con dimensioni più rispettose del territorio, possiamo pensare di decuplicare in due o tre anni i risultati». A questo proposito Legambiente chiede alle istituzioni aretine di impegnarsi a fondo perché, oltre a favorire il minieolico nelle aree rurali, si realizzino almeno i siti eolici già individuati da uno studio della Provincia di due anni fa, a partire dall’Alpe di Poti ad Arezzo, dall’ampliamento del sito esistente sul Pratomagno e da una riproposta aggiornata del monte Ginezzo per la Valdichiana.