"Il Comune non è un interlocutore su cui contare". E' quanto hanno dichiarato il vicecapogruppo di Forza Italia Gabriele Toccafondi e il consigliere Marco Stella. «Lo sanno bene i cittadini che di "partecipazione" ne sentono solo parlare - hanno aggiunto - ma lo sanno bene anche gli imprenditori che a Firenze investono sempre più raramente e in tutti i campi. La storia dell'ex panificio militare è un esempio di quanto poco si possa contare su questa maggioranza che governa la nostra città.
Il ministero della difesa mette in vendita con asta pubblica alcune ex caserme militari a Firenze e il Comune, che può esercitare il diritto di prelazione sull'acquisto, decide di non farlo perché non ha i 5 milioni di euro che servono. Peccato però che poco più tardi deciderà si sborsare quasi 5 milioni di euro per l'abbattimento parziale e ricostruzione del parcheggio interrato della Fortezza». «La caserma Guidobono di via Mariti più conosciuta come ex panificio militare - hanno proseguito i due esponenti del centrodestra - è una caserma la cui superficie complessiva è di 15.886 metri quadri, quella scoperta di 9.822 metri quadri, e quella coperta, su vari piani, di 10.500 metri quadri.
Il 23 marzo 2002 il Comune firma con il ministero un protocollo di intesa dicendo che per l'amministrazione fiorentina la priorità fra i diversi interventi era per l'ex pastificio militare. "E' una struttura importante per le esigenze di un quartiere che soffre della mancanza di centri di aggregazione e di ritrovo per i cittadini - disse nella circostanza l'assessore Albini -. La nostra idea è di utilizzarla per realizzare una nuova piazza, una scuola e per insediamenti abitativi". Il 1° settembre 2003 il vicesindaco Matulli e l'assessore Biagi ribadiscono le priorità dell'amministrazione comunale: "questa area deve svolgere un ruolo centrale nel quartiere e gli investimenti quindi devono avere come elemento prioritario e fondamentale la realizzazione di una piazza, servizi pubblici e abitazioni.
E' invece esclusa la destinazione commerciale ad eccezione di piccoli negozi di vicinato a integrazione della dotazione della zona". Il 27 luglio 2004 viene avviata la fase progettuale e l'assessore Biagi dichiara: "il piano strutturale prevede la realizzazione di residenze, spazi e attrezzature pubbliche, locali destinati a piccolo commercio, aree verdi, parcheggi pubblici e privati. Il progetto è il primo intervento che segue le indicazioni contenute dal Piano strutturale recentemente adottato dal consiglio comunale.
E' quindi il primo in cui si applica la norma che prevede che il 20% della superficie utile lorda destinata a residenze sia destinato all'affitto o comunque a edilizia convenzionata". Insieme a Biagi interviene anche l'assessore alla partecipazione Cristina Bevilacqua ribadendo che è stato "avviato il percorso di partecipazione in cui saranno coinvolti le istituzioni (in primo luogo il consiglio comunale e il consiglio di Quartiere), i cittadini e i soggetti che rappresentano le varie istanze sociali.
Sarà un'esperienza utile per definire un modello di progettazione partecipato agli interventi che interessano la città. Dal 2002 al 2004 ovvero nella fase progettuale e di presentazione - hanno sottolineato Toccafondi e Stella - sono intervenuti sul tema tre assessori e tutti hanno ribadito le linee del progetto e il fatto che fosse "partecipato". Dalla fase di partecipazione si disse che le "osservazioni costruttive, richieste potranno essere un importante contributo alla definizione di un progetto di recupero".
Il progetto viene fatto e per mesi il progetto è quello. L'assessore all'urbanistica del Comune partecipa a convegni internazionali in giro per l'Italia presentando il progetto come innovativo ma nessuno dall'amministrazione dice qualcosa. Il 12 aprile 2005 durante una seduta del consiglio di quartiere 5 sul tema l'assessore all'urbanistica Biagi dichiara che il progetto non esiste più. Dal 2005 a oggi il Comune non ha dato risposte né ai cittadini che hanno presentato le osservazioni né agli imprenditori che avevano acquistato l'area.
Si scopre solo qualche settimana fa che il nuovo proprietario dell'area ha presentato otto "dichiarazioni di inizio attività" che stravolgono totalmente il progetto conosciuto dai cittadini che il l'amministrazione ha però bloccato. A questo punto - hanno concluso i due consiglieri di Forza Italia - l'assessore all'urbanistica spieghi a Firenze e ai cittadini cosa è possibile fare su quell'area». (mr)