"Lo spazio espositivo nel viale Giannotti, dopo la positiva esperienza di Quarter, riapre i battenti mercoledì prossimo, con la mostra «Genoma X» curata da Sergio Risaliti. Sessantamila visitatori in diciotto mesi di apertura, senza investimenti in promozione e pubblicità è sicuramente un ottimo risultato e quindi la riapertura dello spazio espositivo è un obiettivo che intendiamo proseguire". Così gli assessori Silvano Gori e Giovanni Gozzini ed il presidente del Quartiere 3 Andrea Ceccarelli hanno presentato l'iniziativa che avrà come protagoniste le opere di tre artiste contemporanee: la cinese Cui Xiuwen, l'americana Johanna Grawunder e la fiorentina Cristiana Palandri.
La mostra sarà inaugurata mercoledì 23 maggio alle 18,00 e sarà visitabile gratuitamente fino al 30 giugno dal martedì al venerdì dalle 16,00 alle 20,00. "In città mancano grandi occasioni d'arte (Cezanne a parte) e questa mostra è un'opportunità - ha sottolineato l'assessore alla cultura Giovanni Gozzini -. A Firenze, il peso della classicità e la scarsa pratica degli sponsor a sostenere l'arte contemporanea, impediscono, a quest'ultima di decollare". La richiesta di maggiori risorse arriva anche dal presidente del Quartiere 3 Andrea Ceccarelli: "Si tratta di uno spazio importante per Firenze che dovrebbe beneficiare di più risorse oltre a quelle del Comune di Firenze, quindi l'appello è rivolto ai privati.
Il Quartiere 3 è nato sugli sviluppi della città ed il centro d'arte contemporanea, lo sta positivamente contaminando". Ricordiamo che lo spazio espositivo era chiuso da giugno dello scorso anno, da quando era scaduta la convenzione con il gruppo che gestiva il precedente progetto "Quarter". "Lo spazio espositivo che, dopo Quarter, ora ospiterà «Genoma X» è un luogo molto conosciuto, non solo a Firenze ed in Italia ma anche all'estero - ha spiegato il curatore della mostra Sergio Risaliti -.
Ho incontrato, nei miei viaggi, molte persone che mi hanno chiesto quando avrebbe riaperto ed ora ci siamo. Ripartiamo con una mostra per dare progettualità a questo contenitore: il tema è quello delle pari opportunità per tutti ed il ruolo dei diritti femminili è importante almeno quanto l'arte contemporanea a Firenze. Un ringraziamento agli assessori che si sono impegnati affinché si arrivasse a questo risultato". "Non c'è storia che non sia stata contemporaneità. Le cose belle di Firenze, nell'arte, nell'architettura, nella poesia che oggi veneriamo, sono così perché, nel momento in cui sono state concepite, erano la forma più alta della capacità della contemporaneità degli artisti - ha proseguito l'assessore alle attività produttive Silvano Gori -.
Gli esempi di un passato remoto credo che siano superflui. Non c'è dubbio che oggi l'arte contemporanea a Firenze vive nelle gallerie, anche molto importanti, e nelle case dei collezionisti ma non ha trovato ospitalità continua e certa in alcun luogo pubblico. La bontà dell'apertura due anni fa del progetto Quarter ha dimostrato tutto l'interesse che gli artisti, la città ed i visitatori di Firenze le hanno riservato". "In qualità di assessore al turismo - ha proseguito l'assessore Gori -, non posso che considerare che fra i segmenti più interessanti di visitatori delle città sono sicuramente coloro che si muovono per mostre e trascorrono un paio di giorni nelle principali città, portando con sé, oltre al denaro che spendono nella filiera del turismo, anche un contributo di idee e di confronto ed è un mondo che fa piacere incontrare".
"La riapertura del centro, anche se per ora riguarda una sola manifestazione, è un segnale positivo che la città e il mondo dell'arte aspettavano da tempo - ha commentato Dario Nardella presidente della commissione cultura -. È necessario a questo punto elaborare in tempi rapidi un progetto economico e artistico di gestione nel quale il Comune sia protagonista e si renda disponibile a sostenere una parte significativa degli oneri.
Solo così ci saranno possibilità di coinvolgere soggetti privati, direttamente o indirettamente, legati al mondo dell'arte contemporanea. La commissione confida molto nel buon lavoro che sarà svolto dagli assessori Gozzini e Gori". "Le tre artiste che espongono a "Genoma X" provengono da aree geografiche e culturali molto diverse tra loro - ha concluso Sergio Risaliti -. Non sono tre esordienti: tutt'altro. Ad esempio l'artista americana ha già raggiunto quotazioni molto interessanti". Cui Xiuwen, è una giovane artista cinese, il cui lavoro esprime i drammi e le contraddizioni della nuova cultura orientale.
Le sue fotografie, stampate secondo la tradizione rituale "a rotolo", mostrano sempre giovani donne incinte, in pose desunte da iconografie "classiche e rinascimentali": figure dolenti, estatiche, trasognate. Tutte identiche e vestite di bianco, non sono mai uguali, esprimendo ciascuna un diverso stato d'animo e un diverso scenario esistenziale. Una lunga narrazione di passioni, di dolori, e angosce di cui ciascuna figura femminile rappresenta la parola, che qui è di fatto ideogramma. Una grande foto di quattordici metri occuperà la parete più grande della sala: come si trattasse di un coro di menadi, di sante, di annunciate, mistiche e sofferenti, addormentate e intorpidite.
Altre foto accompagneranno l'installazione di un'inedita scultura. Ogni fanciulla in fiore secondo l'artista cinese è anche un angelo. Angel infatti è il titolo che accompagna ogni singola foto. Come veneri o ninfe, in una scena mitologica, le giovani ragazzine cinesi presentate da Cui Xiuwen sembrano protagoniste di una poesia saffica e di un romanzo ottocentesco, di una liturgia e di una parata. Esse sono icone, un po' manichini e un po' burattini. In questa messa in scena contemporanea di matrice orientale e di cultura anche occidentale, la fotografia parla il linguaggio muto delle pose e dei gesti, e dalle espressioni si legge un trauma e una ferita, estasi e angoscia, solitudine e isolamento.
Johanna Grawunder, designer e architetta di fama mondiale, associata allo Studio di Ettore Sottsass ha progettato per la grande sala di Viale Giannotti Division by Zero, una seduta lunga circa trenta metri, costruita in mattoni con la tecnica tradizionalmente utilizzata per i vecchi granai. Una fila di neon verdi creeranno un alone interno e esterno. In rapporto all'immagine di Cui Xiuweng il lavoro di Grawunder determinerà un'immagine fortemente simbolica, il segno di una croce, la pianta di un luogo sacro, il taglio di Fontana.
Un'altra ferita incisa nello spazio perpendicolare a quella scavata dal fregio fotografico dell'artista cinese, un altro ideogramma a sancire limiti e fondazione dello spazio sociale tra maschile e femminile. Division by Zero traccia un limite e una separazione originaria tra maschile e femminile. Al tempo stesso un segno di relazione e condivisione dello spazio pubblico. Cristiana Palandri, è una delle nuove figure emergenti dell'arte fiorentina. La giovane artista conduce un'originale ricerca artistica sui capelli umani, sempre rigorosamente lunghi ed intrecciati.
Filare le lame, così s'intitola l'installazione presentata per Genoma X. Elemento femminile dalle infinite connotazioni, sempre in bilico, tra la bellezza, la seduzione e il disgusto e l'operazione "obitoriale", i capelli hanno anche la valenza simbolica della memoria e della fedeltà (le ciocche tagliate, annodate e donate come pegno) oltre che della perdita. In questa mostra saranno esposti i suoi lavori più recenti grandi foto a colori e in bianco nero, un'installazione site-specific con forbici imparruccate fino a essere rese celibi e mute.
Il Progetto "Genoma X" è stato realizzato col contributo del Comune di Firenze (assessorati alle attività produttive, al turismo ed alla cultura, Quartiere 3), della Fondazione Targetti, in collaborazione con Rosanna Tempestini Frizzi, La Corte Arte Contemporanea. A disposizione, su richiesta, alcune fotografie delle opere in mostra. (mr)