Filiera corta: nasce la rete regionale della vendita diretta

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 maggio 2007 14:19
Filiera corta: nasce la rete regionale della vendita diretta

Firenze, 15 maggio 2007- Nei prossimi tre anni nasceranno in Toscana 10 nuovi mercatali per la vendita diretta di prodotti tipici e di qualità. E questo è solo uno degli effetti della ‘rete regionale della filiera corta’, varata dalla giunta regionale, e con cui saranno coordinate e e potenziate tutte quelle iniziative che permettano un rapporto più diretto, sul territorio, tra chi produce e chi consuma, ma anche per allargare le opportunità di immissione sul mercato delle nostre produzioni locali creando nuove sinergie tra agricoltori, ristoratori, commercianti e consumatori organizzati.

Si tratta di un progetto d’avanguardia, il primo, organico, che prende il via nel nostro Paese.
Il mercatale, cioè il mercato contadino di qualità, in cui si vendono prodotti di stagione, oltre a olio, vino, marmellate, formaggi e altre tipicità, vanta in Toscana già oggi almeno una decina di esperienze, guidate da quella pilota di Montevarchi. Con il pacchetto di azioni per la filiera corta approvate dalla giunta queste esperienze raddoppieranno coinvolgendo tutte le province e i comprensori della Toscana.

Ma accanto ai mercatali sarà stimolata anche la nascita di spacci locali, cioè di veri e propri negozi gestiti in forma associata da imprenditori agricoli e verranno promosse iniziative di trasparenza come l’etichetta ‘prezzo chiaro’ che definirà le quote destinate al produttore e ai vari eventuali passaggi (trasformatore, distributore). Saranno inoltre previste iniziative per la valorizzazione dei prodotti locali: è il caso dell’estensione e del potenziamento della legge regionale che già prevede l’utilizzo di questi prodotti presso le mense pubbliche e dell’avvio di ‘patti’ tra produttori e operatori della ristorazione del commercio e del turismo per stimolare la vendita e l’utilizzo di prodotti agricoli locali e di qualità nei loro esercizi.

La rete regionale (che presto avrà un logo e un sito web) sarà coordinata da un comitato di gestione in cui saranno rappresentate le istituzioni, le associazioni di categoria e tutte quelle realtà, come Slow Food e le associazioni biologiche, che permettono la valorizzazione dei nostri prodotti e del consumo locale .

Filiera corta – Le esperienze in corso
Le esperienze di ‘filiera corta’ hanno la loro genesi negli Stati Uniti dove da una ventina d’anni esistono i cosiddetti farmer’s market.

Negli ultimi cinque anni questi mercati sono cresciuti del 30% passando da 3mila a 3.700 con oltre 40mila imprese agricole coinvolte. In Toscana l’idea del mercatale è stata rilanciata negli ultimi anni con la creazione del mercatale di Montevarchi e di quello di Bibbiena, nati con il sostegno e la supervisione di Arsia, che si sono aggiunti a altri mercati contadini che esistono da tempo: la Fierucola di Firenze e di Prato, il Pagliaio di Greve in Chianti, il mercato contadino di Pisa, la Zucca barucca di Pistoia, il mercato biologico di Cecina e quello di Siena, Colori e sapori di Vicchio (Firenze).

I mercati hanno dimensioni che oscillano tra 30 e 60 produttori presenti. Interessanti le potenzialità economiche: mediamente il giro d’affari di un mercatale come quello di Montevarchi supera i 30mila euro per ogni edizione. Ma accanto a quella dei mercatali sono cresciute anche altre esperienze di vendita diretta: dai punti vendita presso le cantine o i frantoi, a quelli diffusi presso oltre 200 aziende biologiche. Inoltre si stanno progressivamente estendendo anche i Gas, i Gruppi di acquisto solidale, cioè gruppi di famiglie che si organizzano per acquistare collettivamente prodotti alimentari da produttori locali: sino a oggi ne sono stati censiti 66 (di cui ben 24 nella sola area fiorentina).



Filiera corta- Le azioni previste per la rete regionale
Ecco le azioni inserite nel programma varato dalla giunta regionale per coordinare e rafforzare la rete della filiera corta.

Nuovi mercatali
Ne nasceranno 10 in 3 anni, (2 entro il 2007). In pista d’arrivo sono altri due mercatali in provincia di Arezzo (Arezzo e Sansepolcro), in fase di progettazione sono alcuni mercati nel pisano (in Valdera, Vadarno, piana di Pisa e val di Cecina) e nel senese (val d’Elsa) ma il progetto regionale consentirà l’apertura di mercatali anche in tutte le altre province.



Regala la Toscana
In questo caso si tratta di mercati che saranno allestiti nel periodo natalizio in varie città e in cui saranno in vendita prodotti alimentari e di artigianato locale studiati appositamente per quel periodo.

Spacci locali
Si tratta di veri e propri negozi al chiuso gestiti in forma associata da imprenditori agricoli che metteranno in vendita i propri prodotti. Il piano regionale ne stimolerà la creazione.

Etichetta prezzo chiaro
Diventerà obbligatoria per i prodotti venduti tramite la rete e con il logo del progetto.

Il prezzo pagato dal consumatore sarà un prezzo trasparente, cioè risulterà suddiviso nelle quote destinate al prezzo pagato al produttore e ai vari, eventuali passaggi (vedi la trasformazione del prodotto).

Patti di filiera
Saranno promossi accordi fra produttori agricoli e operatori della ristorazione, del commercio e del turismo al fine di favorire la vendita dei prodotti agricoli di qualità e locali.

Mense con prodotti toscani
Sarà potenziata la legge regionale 18 del 2002 che prevede l’introduzione di prodotti biologici tipici e tradizionali nelle mense pubbliche al fine di indirizzare sempre più le mense pubbliche verso l’uso di prodotti toscani certificati.
Arte e cibo All’interno di alcuni musei toscani verrà creato uno spazio dedicato alla cultura e tradizione enogastronimica della Toscana, in cui verranno esposti e in alcuni casi venduti i prodotti tipici di maggior qualità di quell’area.

«Quella della filiera corta rappresenta una nuova sfida per le imprese agricole toscane - dichiara Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana - perché si apre un ventaglio di opportunità nuove: dalle occasioni rappresentate dai nuovi mercatali e dagli spacci locali, alle possibilità di creare reti locali per la fornitura al sistema della ristorazione locale di qualità e delle e mense pubbliche, anche a seguito delle modifiche legislative a riguardo».

La Cia Toscana sostiene che il rapporto diretto fra produttore e consumatore è fondamentale anche per ragioni di trasparenza e chiarezza sia sul prezzo che sulla qualità delle produzioni agricole. «Siamo consapevoli che le azioni previste dal progetto Filiera Corta riguardano solo una parte delle imprese agricole toscane - conclude Giordano Pascucci - tuttavia tali azioni, assieme ad altre iniziative, in primo luogo con le misure del nuovo Psr, possono rappresentare una efficace politica di sostegno alle imprese agricole, nella costruzione di solidi rapporti con il mercato, di favorire le aggregazioni di prodotto e di imprese e di un sistema a rete che consolidi maggiormente l’agricoltura e le imprese nel sistema locale».

In evidenza