Il ministro Ferrero non andrà a Firenze alla conferenza sulla famiglia: "La Bindi sbaglia e se non ci andranno i gay non ci andro' neppure io". "Durante la Conferenza, saremo a Firenze insieme alle associazioni sul territorio a contrastare l'oscurantismo governativo" annunciano dall'ArciGay di Bologna.
Il Consiglio provinciale ha approvato, con 20 sì (la maggioranza, PRC e Verdi) e 4 no (CdL), la mozione dei consiglieri Piero Giunti (La Margherita), Riccardo Gori (DS) e Luca ragazzo (Verdi) sulle coppie di fatto dove il Consiglio chiede al Parlamento italiano una rapida approvazione del disegno di legge “Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi” con la presa di responsabilità, da parte del legislatore, per l’affermazione di un principio di civiltà giuridica e per rendere effettivamente fruibili e non solo teorici, senza alcun tipo di discriminazione, i diritti delle persone che decidano di convivere stabilmente; chiede inoltre al Governo italiano, a seguito anche di quanto emergerà dalla Conferenza Nazionale che si terrà a Firenze nel mese di maggio (dal 24 al 26), di adoperarsi per individuare quanto prima nuove e più incisive politiche a favore delle famiglie; esprime solidarietà a tute quelle persone che sono oggetto di discriminazione sessuale e comunque oggetto di pregiudizio che possa offendere la dignità della persona umana.
Respinta, invece, con 18 no (la maggioranza e PRC) e 4 sì (CdL) la mozione dei consiglieri Federico tondi e Paolo Bassetti (UDC) che impegnava il consiglio provinciale ad inviare il Gonfalone della Provincia al Family Day di sabato prossimo, 12 maggio. Per Ragazzo: “E’ arrivato il momento per estendere i diritti anche di chi non vuole o non può stringere un patto di matrimonio civile o religioso che sia”. Per Bassetti: “E’ la stessa Costituzione che stabilisce che la famiglia è una cellula importantissima per la nostra società”.
Per Targetti (PRC): “Dobbiamo tenere fuori i credi religiosi dall’aspetto dei diritti civili delle persone, delle famiglie, delle unioni di fatto”. Per Gori (DS): “Il provvedimento che il Governo ha elaborato sulle coppie stabilmente conviventi riguarda 5 – 600 mila coppie nel Paese quindi è un dato molto parziale che tuttavia richiede, come semplice fatto di civiltà, di essere affrontato, così come è stato affrontato in altri Paesi”. Per Massai (AN): “Con i Dico si vuole obbligare, in qualche maniera, a contrarre, anche se in maniera parziale, un contratto tra due persone.
E lo si vuol fare su una base meramente commerciale, perché si vuol dare la possibilità anche a questi di avere, laddove uno dovesse mancare, la pensione di reversibilità, la possibilità di subentrare nella casa ed altro”. Per Donati (La Margherita): “Occorre essere chiari: il matrimonio, almeno per come lo intendo, è tra un uomo e una donna. Qui si tratta di andare a tutelare dei diritti che oggi sia coppie eterosessuali che omosessuali non hanno”. Per Sensi (AN): “Siamo di fronte ad una società dove c’è un minore impegno nelle persone che preferiscono convivere piuttosto che sposarsi però, perché una persona che non si vuole impegnare si deve, in qualche modo, impegnare, con i Dico? Ci sono delle grosse perplessità che vanno affrontate, il problema c’è ma va affrontato in maniera intelligente”.
Francesca Avezzano Comes (FI) ha ricordato che: “L’ordinamento civile italiano prevede grosse forme di tutela nei confronti delle persone che stabilmente convivono e che non hanno intenzione di “regolarizzare” questa convivenza nella forma del matrimonio. Reputiamo che la società è cambiata, che le cose si sono modificate, che il nostro modo di vivere è cambiato in maniera così radicale da richiedere un supplemento di queste tutele e di queste forme di riconoscimento? Benissimo, provvediamo con delle norme del Codice Civile ma non cerchiamo di contrabbandare per matrimonio qualcosa che non è”.
Tondi ha ribadito che: “Dispiace che il Presidente della Provincia di Firenze Renzi partecipi al Family Day solo a titolo individuale. Dobbiamo confrontarci sugli aspetti della legge italiana e non sulla contrapposizione tra laici e cattolici. Questa è la sfida che vedrà impegnato il nostro paese nei prossimi anni e su questo tema credo ci saranno le differenze più forti tra centrodestra e centrosinistra”. Per Loretta Lazzeri (DS): “Bisogna dare una scossa su questi temi perché, comunque, le assemblee elettive tengano la tensione alta.
La famiglia lo sancisce la costituzione cos’è e com’è. Però è nostro dovere capire cosa c’è alla base del nostro sentire e quali sono i problemi dei cittadini che sono i problemi di tutti i giorni”. Per Marconcini (PdCI) occorre porre al centro un problema: “Che è quello di riconoscere dei diritti a delle persone che vivono una vita assieme e non vedo grandi differenze tra sposarsi in Comune e addivenire a una scelta che possa legare sia persone omosessuali che eterosessuali che non possono risposarsi”.
Giunti (La Margherita) ha ricordato che: “Non dobbiamo dare per scontato che la famiglia che abbiamo di fronte oggi è la stessa famiglia che esisteva nel dopo guerra. Sono famiglie totalmente diverse. C’è stata una trasformazione nella società, e io credo la politica come prima cosa abbia il compito di interpretare e di intercettare la società che cambia”.