irenze, 8 maggio 2007- "Faccio questa scelta come segno di chiarezza", ha detto il ministro Bindi, che alla conferenza nazionale di Firenze non ha invitato le associazioni degli omosessuali, i principali destinatari dei Dico. La decisione scatena polemiche nel governo e tra Margherita e Ds in vista del partito Democratico. Il ministro del Prc, irritato per il mancato invito, ha deciso infatti di non andare. Intanto a difesa della laicità, contro l’omofobia e l’aggressione alle libertà individuali, Arcigay Firenze “Il Giglio Rosa”, Radicali fiorentini dell’Associazione Radicale ‘Andrea Tamburi’ e FGS Federazione Giovani Socialisti fiorentina preparano una fiaccolata nazionale "Uniti contro l'omofobia, per un mondo più civile", il 17 maggio sempre a Firenze.
“Rischia di “deflagrare” il Ministro Bindi nelle maglie del cerchiobottismo che è costretta ad esercitare.
Da una parte - dichiara Stefania Fuscagni Consigliere Regionale azzurra - tuona che la manifestazione del Family Day è contro il Governo e invita i ministri a non partecipare quando uno dei portavoce della manifestazione è Savino Pezzotta che fa parte dello stesso partito del Ministro, e dall’altra si sorprende che i gay vogliano partecipare alla Conferenza Nazionale sulla Famiglia e, onde evitare brutte sorprese, si affretta a dichiarare che non sono invitati e che quindi non sono i benvenuti.
Non ci sarebbe neppure da commentare questa ovvietà se non fossimo stati testimoni di affermazioni molto precise da parte di esponenti di centro-sinista che intendevano argomentare che non esiste una sola forma di famiglia ma esistono le famiglie plurali e multiple. Questa confusione - prosegue Fuscagni - che fa dire al Ministro cose scontate per non cadere in un labirinto infernale e colossale, è il frutto della necessità politica di tenere insieme chi insieme non può stare perché pensa cose diverse.
Il punto è che ci sono due Bindi: c’è la “pasionaria” del PD che vuole sedurre un elettorato che con chiarezza dice che la famiglia tradizionale è superata e che i gay hanno diritto di fare una famiglia “diversa” e di adottare bambini, e poi c’è la Bindi Ministro della Famiglia che in quanto tale non può che pensare alla famiglia così come la costituzione la descrive. Siamo di fronte ad un vero e proprio sdoppiamento di identità politica che rischia di far “deflagrare” il Ministro sotto il peso di contraddizioni che evidentemente pensava di poter gestire.
Continuo a pensare che sia tempo, dopo anni di colpevole ritardo - conclude Fuscagni - di dare avvio anche in Italia ad una serie di politiche familiari concrete e serie, capaci di dare risposte vere a domande urgenti della nostra società”.