Beat Generation: Lawrence Ferlinghetti a Poggibonsi per Phoenix – arte in movimento

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 maggio 2007 10:17
Beat Generation: Lawrence Ferlinghetti a Poggibonsi per Phoenix – arte in movimento

8 maggio 2007- La Beat Generation attraverso incontri, film e reading di poesie con, protagonista assoluto, Lawrence Ferlinghetti. Il grande poeta sarà in Italia per l’anteprima della seconda edizione di “Phoenix – Arte in movimento”, rassegna promossa dal Comune di Poggibonsi in collaborazione con Fondazione Monte dei Paschi di Siena attraverso Vernice Progetti Culturali e con la Politeama spa. L'appuntamento è per sabato 12 maggio al teatro Politeama di Poggibonsi (Siena) con l'iniziativa “The Beat Generation – An American Dream” che vedrà la partecipazione del grande artista, fondatore della City Lights Pocket Publisher and Bookshop e mito vivente della beat generation, quella che dall’America di Allen Ginsberg e di Jack Kerouac si è poi diffusa in tutto il mondo come fenomeno di controcultura e di ispirazione e motivo letterario, aritistico, poetico.

Oltre a Ferlinghetti saranno presenti Chris Felver ed Enrico Ghezzi. Si comincia alle 16,30 con la proiezione di “Ombre” (Shadows) di John Cassavetes, e si prosegue alle 18,15 con il film “Chappaqua” di Conrad Rooks. Alle 20 Enrico Ghezzi parlerà di “Robert Frank e il cinema underground americano”. Seguirà la proiezione di altri due film: alle 20,30 “Pull my Daisy” di Robert Frank/Alfred Leslie e alle 21 “About me: a musical” di Robert Frank.
Alle 21,45 Lawerence Ferlinghetti salirà sul palco per “The Coney Island of the Life…”, un reading di poesie del grande artista, che sarà introdotto per l'occasione da Chris Felver.

La serata si concluderà con la proiezione del film “The Coney Island of Lawrence Ferlinghetti” di Chris Felver.
“The Beat Generation – An American Dream” (la cui direzione artistica è affidata a Riccardo Pangallo e Antonio Bertoli) rappresenta l’anteprima della seconda edizione di “Phoenix – arte in movimento” che si svolgerà nei mesi di ottobre e novembre 2007. La rassegna propone una serie di collegamenti tra le arti, a partire soprattutto dal cinema. Un percorso pluriennale di collaborazioni tra registi, compositori, scrittori, disegnatori nel segno di un’arte come ricerca, innovazione, movimento.

Un percorso fatto di grandi nomi, mostre, retrospettive, incontri, performance, proiezioni che nella sua prima edizione ha portato a Poggibonsi Enki Bilal, Roger Corman, Edoardo Sanguineti, Fernando Arrabal, Alejandro Jodorowsky.

Lawrence Ferlinghetti
Uno dei più grandi poeti viventi (il suo “Coney Island of the Mind” è il secondo libro più venduto dopo la Bibbia) e mito vivente della beat generation, nel giugno del 1953 apre al 261 di Columbus Avenue la City Lights Pocket Publisher and Bookshop, prima libreria e casa editrice americana di soli tascabili, nonchè luogo di ritrovo di poeti ed artisti.

Nel 1956 viene processato e assolto per la pubblicazione di “Howl” di Allen Ginsberg, quarto libro della serie Pocket Poets. Il suo “A Coney Island of the Mind” vende oltre un milione di copie. Tra gli altri suoi libri: “Her”, “Starting from San Francisco”, “Routines”, “The Secret Meaning of the Things”, “Who are We Now”, “Endless Life”, “Love in the Days of Rage”, “These are my Rivers”, “A Far Rokaway of The Hearth”, “Shards-Cocci”, “What is Poetry”, “Americus”, “Blind Poet”.

A causa della sua condotta apertamente contraria al governo statunitense è iscritto nelle liste dei cittadini sorvegliati dall’ F.B.I. e viene arrestato nel 1965 per la sua protesta contro la guerra in Vietnam. Continua a girare per il mondo portando ovunque il suo impegno di scoperta, valorizzazione e ampliamento di coscienza dell’individuo: “Penso che non si debba più usare il termine ‘poesia’ ma ‘messaggio orale destinato al pubblico’. Penso che le poesie bisogna gridarle, magari accompagnarle con complessi di jazz… Insomma fare tutto il possibile perché questi messaggi orali riescano a cambiare un po’ la coscienza e il cuore dell’uomo.

Penso che non si possono più scrivere poesie d’amore ma lunghe poesie di impegno; che si debba affilare il verso come un’arma destinata alla pace”.

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