''Cronaca di una fuga'' da domani al cinema
La storia di Tamburrini, portiere desaparecido nell'Argentina dei militari

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 maggio 2007 20:36
''Cronaca di una fuga'' da domani al cinema<BR>La storia di Tamburrini, portiere <I>desaparecido</I> nell'Argentina dei militari

Ci sono portieri che è difficile dimenticare. Lev Jashin, il “Ragno nero”, primo (e per il momento unico) estremo difensore ad aver vinto il Pallone d’oro. Helmut Ducadam, capace di parare ben quattro rigori di fila in una finale di Coppa dei Campioni. Moacyr Barbosa, reo, secondo il popolo verdeoro, dell’insuccesso brasiliano ai Mondiali del 1950. E, ancora, l’istrionico e riccioluto René Higuita, il “Divino” Ricardo Zamora, l’allegro Jean-Marie Pfaff e via dicendo.
Se però cercate il nome di Claudio Tamburrini nell’Olimpo dei numeri uno non lo trovate.


Eppure Claudio, estremo difensore di una squadra della B argentina sul finire degli anni Settanta, l’Almagro, ha saputo giocare, e vincere, la partita più dura che il destino potesse chiamarlo ad affrontare: quella per la vita.
“Cronaca di una fuga, Buenos Aires 1977”, pellicola che da domani, venerdì 4 maggio, sarà nelle sale cinematografiche dello Stivale, racconta infatti i centoventi giorni da desaparecido che Claudio (o Almagro, come lo chiamavano alcuni suoi aguzzini) trascorse in un centro di detenzione clandestino alla periferia di Moron.

Quattro mesi fatti di brutali interrogatori, torture fisiche e psicologiche, umiliazioni e tradimenti. Un viaggio dritto al cuore dell’inferno, per il semplice motivo che le cose, nell’Argentina dei colonnelli e delle giunte militari, andavano così… bastava essere sospettati di qualcosa o indicati da qualcuno.
Lo testimoniano le cifre che quel periodo ha figliato: tra il 1976 ed il 1983 scompaiono fra le 10mila e le 30 mila persone, senza contare gli omicidi politici o i bambini strappati alle mamme in prigione ed affidati a chissà chi.

Lo riprovano, se la matematica si fosse tramutata in opinione, le frasi che alcuni esponenti dell’esercito erano usuali ripetere ai loro soldati: “Prima uccideremo tutti i sovversivi, poi i loro collaboratori, poi i simpatizzanti, poi gli indifferenti ed infine i timorosi”.
Ma la notte del 24 marzo 1978, quando tutto sembrava perso, ecco che Claudio, con altri tre compagni di prigionia, riuscì a piazzare la sua miglior ‘uscita’: quella per la libertà e la vita.
“Quando ho visto il film per la prima volta sono stato colpito dall’incontrare nuovamente il dolore che avevo vissuto tanti anni fa e mi ha un po’ sorpreso, non me lo aspettavo”, ha spiegato lo stesso Tamburrini (a Roma per la presentazione del film assieme a Darwin Pastorin, giornalista e scrittore, Jore Ithurburu, del Comitato promotore del processo Esma, e Patrizia Sacco, di Amnesty International) che poi, a conclusione della mattinata, ha ribadito la necessità di proseguire nella ricerca della verità “per sapere dove sono le vittime, gli scomparsi, i bimbi”.



Scheda tecnica
Titolo:
Cronaca di una fuga, Buenos Aires 1977
Regia: Israel Adrián Caetano
Sceneggiatura: Israel Adrián Caetano, Esteban Student & Julian Lodola
Interpreti: Rodrigo de la Serna (Claudio), Pablo Echarri (Huguito), Nazareno Casero (Guillermo), Lautaro Delgado (Gallego), Matías Mormorato (El Vasco)
Produzione: K&S Films S.A. Argentina (distribuito in Italia da Fandango)
Durata: 103 minuti

Nell'immagine a lato, da sinistra, Pastorin, Tamburrini e Ithurburu

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