“Nelle vicende di Campi il ruolo della politica è venuto meno – dichiara il Consigliere Provinciale di An Nicola Nascosti che, insieme a Guido Sensi, Piergiuseppe Massai e Alessandro Tesi hanno presentato, in una conferenza stampa, le posizione di Alleanza Nazionale sullo scandalo Campi Bisenzio – e per questo riteniamo necessario chiedere un Commissariamento del Comune di Campi. L’amministrazione infatti, alla luce degli ultimi avvenimenti, non ha operato per garantire il controllo e l’indirizzo politico nelle scelte urbanistiche.
Ma anche la Provincia ha le sue colpe ed infatti, dal luglio, pur avendo un piano di coordinamento urbanistico, si è proceduto con 27 accordi di pianificazione e 36 varianti al piano di coordinamento provinciale per un totale di 67 interventi. C’è da aggiungere che nel 2004 avevamo presentato una mozione, votata all’unanimità, in cui si impegnava la Giunta ad istituire un osservatorio urbanistico che potesse essere strumento di monitoraggio e controllo delle problematiche urbanistiche e che se fosse stato realmente istituito, attraverso le osservazioni di dati urbanistici e della densità abitativa, avrebbe potuto se non evitare, quanto meno garantire un valido strumento di controllo per Campi.
Quello che dobbiamo supporre, alla luce di quanto avvenuto e che non ci sia da parte della Provincia, la volontà politica di governare il territorio. Lo Stato intervenga per commissariare il Comune di Campi mentre in Provincia si istituisca realmente l’osservatorio urbanistico”. Il Capogruppo al Comune di Campi Bisenzio di An Alessandro Tesi, ha fatto il quadro della situazione politica di Campi in questi ultimi anni. "Bisogna ricordare innanzitutto che nonostante che il regolamento urbanistico di Campi sia stato approvato durante l’assessorato Saccardi nel 2005, e poi modificato con variante nel 2006, sempre nello stesso anno il nuovo assessore Panerai, decise di non adottare la variante ma di iniziare a pensare ad un nuovo regolamento urbanistico.
È palese quindi che in questi anni è mancata una continuità politica in materia urbanistica che di fatto ha depauperato del proprio ruolo il Consiglio Comunale che ha soltanto proceduto a ratificare in più occasioni, accordi presi in altre sedi. Necessario, a questo punto, andare a nuove elezioni, per garantire nuova centralità alla politica nelle questioni urbanistiche e assicurare ai cittadini di Campi un’amministrazione che si assuma responsabilità e che tuteli realmente gli interessi degli abitanti”. Sugli aspetti politici della vicenda insite anche il Consigliere provinciale Guido Sensi.
“E’ necessario che la politica si svegli. Innanzitutto tornando alle urne a Campi Bisenzio e poi cambiando il Ptcp in maniera tale che siano garantite regole certe per tutti e si blocchino definitivamente gli accordi di pianificazione. La Provincia, attraverso i propri strumenti di controllo, si assuma la propria responsabilità politica e garantisca regole certe per tutti”. Dello stesso avviso anche il Capogruppo di An Provincia Piergiuseppe Massai: “La politica si ritenga sconfitta. Dobbiamo ripensare il Ptcp, in termini chiari e condivisi senza perdere il ruolo fondamentale di coordinamento e salvaguardia del territorio che spetta alla Provincia.
Per quanto concerne Campi, dobbiamo prendere nota che ad oggi questo Comune non ha un piano regolatore se non quello approvato dal Consiglio ma giudicato già ampliamente superato. Per questo, Campi oggi è ferma ed il suo sviluppo bloccato perché le scelte urbanistiche non sono né regolate né coordinate. In sostanza i fatti di Campi, mettono in luce che c’è stata una vera e propria sconfitta della politica che deve far riflettere e deve condurci ad un totale ripensamento delle politiche urbanistiche.
La revisione del Ptcp condivisa con tutte le forze politiche – concludono gli esponenti di Alleanza Nazionale – sarà l’unica strada per garantire un’omogeneità delle azioni urbanistiche e dovrà caratterizzarsi come l’unico metodo per uno sviluppo della provincia che sia sostenibile e trasparente. Solo seguendo questa strada sarà possibile evitare che si verifichino speculazione edilizie incontrollabili ed incompatibili con la vivibilità e la qualità della vita e si proceda continuamente ad operare tramite i vari accordi di pianificazione, forzatura concertata degli strumenti urbanistici, che di fatto bypassano i piani di coordinamento provinciale e regionale, imponendo nelle sedi consiliari la votazione di delibere già predisposte ed accordi già siglati tra i privati e gli enti pubblici”.(mr)