Campi Bisenzio 30 marzo 2007- Circa 700 persone hanno riempito, ieri sera, l’auditorium della scuola media “Garibaldi” di Campi Bisenzio per assistere alla prima assemblea pubblica indetta dal Comitato per il referendum contro l’inceneritore nella Piana. “Questo incontro- ha spiegato il presidente del comitato Franco Galli- ha due scopi: anzitutto quello di informare sui rischi per la salute che comporterebbe la costruzione di un inceneritore in un’area che è già fra le più inquinate d’Italia ma anche fornire un quadro delle possibili alternative all’incenerimento.
E’ importante capire che non tutto è deciso sull’inceneritore a Case Passerini e che possiamo ancora fare la nostra parte”. In apertura di serata il pievano della Chiesa di Santo Stefano a Campi, Don Francesco Socci, ha parlato della “necessità di rispettare la vita umana dal concepimento fino alla morte naturale” e dunque del dovere di tutelarla in ogni modo da possibili fonti di pericolo, compresi, appunto, gli inceneritori. “Dal 1984 quando ho iniziato a esercitare la mia professione- ha spiegato invece Gianni Del Moro medico di base campigiano- ho potuto constatare in questo territorio un aumento del 6% delle neoplasie nella fascia tra i 30 e i 60 anni ed un incremento dell’11% delle malattie respiratorie tra i 15 ed i 40 anni.
Su queste statistiche influiscono in maniera determinante le sostanze nocive inquinanti che respiriamo. Credete sia davvero produttivo aggiungere a questa situazione così grave anche gli effetti di un inceneritore?”. Drammatiche anche le cifre fornite dal dottor Massimo Gulisano, medico e docente universitario: “L’inceneritore produce diossine- ha detto- e per smaltire diossine, anche se emesse in piccola quantità, occorrono venti anni, producono pericolosissime poveri fini, producono metalli pesanti e, ad esempio, per smaltire il cadmio sono necessari più di trent’anni.
Secondo una ricerca condotta nel 2006 dall’Organizzazione mondiale di Sanità sull’area di Firenze poi le sostanze inquinanti presenti nell’aria e il superamento dei limiti di legge fissati per il particolato atmosferico sarebbe stato responsabile, nel 2005, di ben 250 morti per malattia cronica e di 28 morti per una patologia acuta”. Sul fronte delle alternative all’incenerimento l’assessore all’ambiente del Comune di Capannori in provincia di Lucca Eugenio Baronti ha illustrato invece l’esperienza della raccolta rifiuti “porta a porta” intrapresa in quel Comune: “Questa scelta- ha raccontato- è stata attivata il 1 febbraio 2006 in due frazioni di Capannori che contano in totale 10mila abitanti e 620 aziende: in un anno la percentuale di raccolta differenziata è arrivata all’82,5%.
Nel settembre scorso abbiamo coinvolto altre cinque frazioni, 4000 abitanti e 300 aziende in più, e la percentuale ottenuta è stata dell’84%. A inizio 2009 contiamo di avere coperto con il porta a porta la totalità di abitanti e aziende del territorio. Già in questo primo anno di sperimentazione abbiamo però ridotto di ben 5000 tonnellate i rifiuti da smaltire, abbiamo potuto risparmiare alla fine del ciclo 33mila euro e operare quattro nuove assunzioni per la raccolta” Accanto al “porta a porta” e all’incentivazione della raccolta differenziata le alternative all’incenerimento “che esistono- ha ricordato il tecnico Rossano Ercolini- possono essere costituite dal trattamento a freddo, già sperimentato nella contea del Lancashire in Inghilterra, ad esempio, per captare una ulteriore frazione di materiali da differenziare.
Quel che resta, piccole quantità di rifiuti inerti, può essere smaltito nelle discariche che l’inceneritore, comunque, non cancellerebbe”. All’assemblea hanno partecipato e collaborato anche i Comitati della Piana che da anni si battono contro gli inceneritori. “La battaglia morale per i Comitati è già vinta- ha detto fra l’altro Claudio Tamburini portavoce del coordinamento dei Comitati della Piana- in quanto i politici non hanno risposte per controbattere i numeri che sono stati forniti questa sera ma anche in passato.
Ora bisogna pensare a risolvere questo problema di democrazia, cioè fare esprimere la popolazione con il referendum”. Don Nicodemo Delli parroco di Cavalle ha detto di condividere il messaggio di Don Socci e che i cittadini e amministratori devono preoccuparsi della salute e della vita delle generazioni future. Don Nicodemo, negli anni ‘80, aveva seguito la vicenda dell’inceneritore di San Donnino e conserva ancora tutti i documenti (carteggi, sentenze, articoli..): “Anche all’epoca- ha aggiunto- i politici dicevano che era tutto a posto, poi si sono visti gli effetti dell’inceneritore”.
E’ notizia di ieri che il 12 aprile prossimo il presidente della Regione Claudio Martini riceverà le delegazioni dei comitati e questo farebbe pensare a un primo segnale di schiarita da parte della Regione o di consapevolezza che i cittadini ormai la pensano in modo diverso sulla questione inceneritore.
“Il comitato per il referendum- ha concluso Galli- si prende l’impegno di portare avanti quanto promesso e in futuro, se le cose dovessero andare in modo diverso, denuncerà in sede penale e civile politici e tecnici che avranno portato avanti il progetto inceneritore a danno della salute dei cittadini. Nei prossimi mesi saranno percorse due strade: la prima è quella già intrapresa di carattere politico chiedendo il pronunciarsi dei partiti, dentro e fuori il consiglio comunale di Campi, sulla possibilità dei cittadini di potersi esprimere attraverso il referendum.
Se la risposta dei politici non portasse a un risultato positivo in ogni caso una consultazione popolare si farà, anche ‘autogestita’, pur sapendo che economicamente sarà costosa. Ma il Comitato è disposto ad assumersi l’onere e la responsabilità”.