Firenze - "La Regione Toscana ha prontamente recepito le indicazioni emerse dal Consiglio Superiore di Sanità del 20 dicembre 2005 riguardo al regime in cui deve essere effettuata l'interruzione di gravidanza farmacologia". E' quanto ha dichiarato oggi l'assessore regionale alla Sanità, Enrico Rossi, rispondendo a un'interrogazione presentata dal gruppo Udc. "La Regione ha precisato ai direttori generali, con una nota del 9 febbraio 2006, che la somministrazione della Ru486 (pillola abortiva) deve avvenire in regime di ricovero ordinario di tre giorni".
L'assessore ha anche precisato che se la donna firma e chiede di andare via l'ospedale è tenuto a dimetterla. Inoltre, riguardo alla sostenuta illegalità del medicinale misoprostol, Rossi ha precisato che "la legittimità del suo impiego è stata valutata dal punto di vista legislativo ed etico".
"L'assessore si assume la responsabilità politica di un sistema che è al limite della legalità", ha detto Marco Carraresi (Udc). "Lo hanno detto membri del governo che siamo di fronte a procedure assolutamente insufficienti - ha aggiunto - Mentre la Giunta non si è mai espressa su questo argomento".
Per Carraresi, i problemi sono gli stessi dei mesi scorsi, il Consiglio superiore della Sanità ha affermato che la donna deve essere trattenuta fino ad aborto avvenuto. "In verità, questo non avviene, e quindi l'uso della pillola abortiva è illegale in Toscana". Carraresi ha anche presentato in Aula una mozione sullo stesso tema. "L'unica deroga per l'utilizzo di medicinali off label, come l'RU 486, è la sperimentazione clinica: non siamo in questo caso, e anche per questo in Toscana siamo di fatto fuori legge - ha ribadito - Senza contare che, ed è un altro motivo per cui parlo di illegalità, il sanitario avrebbe l'obbligo di indicare alla paziente tutti i rischi per la salute e per la vita connessi all'uso del farmaco, e non mi risulta che questo venga mai fatto".
Il testo impegnava la Giunta a "procedere ad un'attenta e immediata verifica circa le procedure di somministrazione della RU 486 messe in atto da alcuni ospedali toscani, al fine di accertare se tali procedure siano compatibili con la normativa vigente, richiamata anche in recenti interventi da parte del Ministro della Salute". Sulla mozione è intervenuto anche Alberto Monaci (Margherita): "Il dispositivo, se rimodulato in alcune parti, è corretto - ha affermato - Lungi da noi l'idea di utilizzare la pillola RU 486 per mettere in campo pericolose scorciatoie.
Ma se la mozione dev'essere un manifesto contro l'assessore Rossi, siamo meno d'accordo. Personalmente, mi astengo". Contraria alla mozione si è detta invece Rosanna Pugnalini (Ds). "L'assessore ci ha confermato oggi che le aziende sanitaria si muovono nell'ambito della legge 194 e che osservano i criteri del Consiglio superiore di sanità e degli altri organismi preposti - ha affermato - Dopo la somministrazione della pillola RSU, è prevista la possibilità per la donna di un allontanamento volontario dalla struttura ospedaliera, con la firma di una liberatoria, ma questo avviene per quasi tutti i ricoveri".
Roberto Benedetti, infine, definendo "pregiudiziale e ideologica" l'impostazione della maggioranza e del Governo regionale, ha dichiarato il voto favorevole alla mozione per Alleanza nazionale. Il testo è stato respinto dall'Aula: hanno votato a favore i gruppi del centro-destra mentre si sono espressi contro la maggioranza, con l'eccezione dei consiglieri della Margherita che si sono astenuti, e Rifondazione comunista. (ac/ab)