E’ il tentativo scientifico di fornire un quadro completo di un aspetto di questa affascinante civiltà etrusca non ancora del tutto svelata. E’ la prima volta dopo decenni che il Museo Archeologico Nazionale di Firenze mette in mostra parte del suo monetiere: il cospicuo nucleo di monete di produzione etrusca. “Monete Etrusche”, dal 26 marzo 2007 alla primavera del 2008, si annuncia come uno degli eventi più interessanti del panorama culturale fiorentino. La mostra, che aprirà i battenti al pubblico lunedì 26 – inaugurazione su invito, per problemi di spazio, il giorno delle celebrazioni della Santissima Annunziata – offrirà una panoramica pressoché totale sulla produzione monetaria degli Etruschi.
Evento nell’evento, permetterà al pubblico di visitare parti del museo normalmente non accessibili: il Corridoio Mediceo.
“Monete Etrusche” prende in esame 160 nominali diversi per un totale di oltre 200 monete divise in venti sezioni. Al materiale numismatico sono stati intervallati bronzi etruschi raffiguranti gli stessi soggetti utilizzati come tipi monetali, così che il pubblico è guidato in un affascinante viaggio alla scoperta di questa civiltà, per certi aspetti, ancora misteriosa.
L’esposizione comprende un ampio ventaglio cronologico che dagli inizi del V secolo a.C. conduce alla fine del III secolo a.C..
Dalle più antiche serie di monete delle città di Populonia (Pupluna), di Vulci e di Vetulonia (Vatluna), si arriva fino alle “più recenti” serie fuse e coniate della zecca di Volterra (Velathri) o delle aree della Val d’Elsa e Val di Chiana (Arezzo, Cortona o Chiusi). La produzione di moneta etrusca infatti, non è legata alla nazione nel suo complesso ma solo ad alcune città-stato secondo un modello che gli Etruschi hanno preso in prestito dai Greci.
Non ancora del tutto svelati i segreti delle monete etrusche, allo stato attuale degli studi è possibile ipotizzare che le città di Populonia e, forse, quella di Vulci, siano state le prime a produrre monete, agli inizi del V secolo a.C..
Sporadiche serie di monete in argento, composte soprattutto da “nominali” di taglio elevato, ovvero di alto valore intrinseco. La produzione di moneta in queste città non rappresentava ancora un interesse primario della comunità e il commercio non era affatto gestito in termini monetari.
Fra le monete più interessanti del periodo, prodotte a Populonia una serie in argento, caratterizzata su un solo lato da una terrificante testa frontale di Gorgone, assieme a valori più piccoli ed una serie di diversi nominali in oro, tra cui soprattutto la più famosa serie con il tipo, su un solo lato, di una testa di leone con le fauci spalancate.
A partire dalla fine del IV secolo a.C.
Populonia amplierà la propria produzione di monete; quasi contemporaneamente sarà proprio in quegli anni e nei primi decenni del III secolo a.C. che altri centri etruschi producono una propria moneta. Sarà l’inizio di un vivace periodo di scambi. Con l’espandersi del predominio romano nella penisola, cesserà la produzione di monete etrusche. Qualche serie monetale potrebbe, secondo l’opinione di alcuni studiosi, essere in relazione con la presenza di Annibale in Italia. La collezione numismatica del Museo Archeologico è una delle più importanti ed antiche d’Italia.
Iniziata da Lorenzo il Magnifico, con il tempo si arricchì di nuclei di eccezionale interesse il cui studio ha contribuito alla nascita della moderna dottrina numismatica. La collezione fu ordinata nel 1773, secondo il nuovo ordinamento storico geografico frutto della nuova dottrina illuministica, classificata dal Pelli e dal Migliarini, fu accresciuta nel numero dei pezzi grazie ad oculati acquisti e opportuni doni ma anche a seguito di fortunati nuovi rinvenimenti dal territorio. Il Monetiere del Museo Archeologico Nazionale ha origine dal Medagliere Granducale, parte integrante delle collezioni delle Gallerie degli Uffici, da cui fu distaccato nel 1895 per essere trasferito nella nuova ed attuale sede del Museo Archeologico nel Palazzo della Crocetta.
In precedenza, una prima selezione di monete attribuite agli Etruschi era già stata esposta nel Regio Museo Etrusco allestito presso i locali del Cenacolo di Foligno in via Faenza e aperti al pubblico nel 1871.
In occasione della mostra è stato aperto il seicentesco Corridoio che collega il palazzo della Crocetta, sede del Museo, alla Santissima Annunziata. Fatto edificare per Maria Maddalena, sorella di Cosimo II, nel corridoio - normalmente chiuso al pubblico – hanno trovato posto i cammei e gli intagli della collezione medicea (opere di rara bellezza, frutto del lavoro dei principali orafi fiorentini del tempo, fra i quali Benvenuto Cellini) e oggi le monete etrusche, una parte delle quali provengono dalla stessa collezione medicea.
“Monete Etrusche” - Museo Archeologico Nazionale di Firenze, piazza Santissima Annunziata - 26 marzo 2007 – primavera 2008
Orario: lunedì 14-19; martedì e giovedì 8,30-19; mercoledì, venerdì, sabato e domenica 8,30-14.