L’avvio del Programma Operativo Obiettivo 2 del Fse della Regione Toscana, per il periodo 2007-2013, costituisce l’occasione per sviluppare con gli interlocutori locali una serie di riflessioni che consentano di utilizzare le risorse disponibili per dare al sistema delle imprese e ai cittadini servizi di formazione, orientamento e politiche attive del lavoro, in grado di garantire maggiore occupazione e di maggiore qualità. A questo scopo l’assessore provinciale alla Formazione e Pubblica istruzione Elisa Simoni avvierà da mercoledì 27 marzo una serie di incontri con le istituzioni e con le parti sociali del territorio per condividere una nuova strategia di programmazione degli interventi formativi finanziabili con il Fondo Sociale Europeo, che risponda concretamente alle esigenze di crescita sociale e produttiva del territoriale provinciale.
Il percorso ha avuto inizio con la zona del Chianti Fiorentino con un apposito convegno dedicato alla formazione come leva per lo sviluppo locale tenutosi il 21 febbraio scorso.
Adesso proseguirà con la Piana Fiorentina e, passando per Scandicci, il Valdarno, la Valdisieve e il Mugello, si chiuderà nella prima metà di maggio a Firenze con un quadro sicuramente più chiaro degli interventi da realizzare in base alle esigenze emerse.
“Sono almeno tre gli aspetti che ritengo fondamentali per impostare un’azione politica efficace e concreta - afferma l’assessore Simoni - il confronto con i territori, la realizzazione di interventi formativi che puntino sulla qualità, la creazione di una filiera che vada dall’analisi del fabbisogno e dall’orientamento e, passando per gli interventi formativi, giunga fino al mercato del lavoro e al collocamento delle risorse formate”.
“Con i nostri interventi, che devono e dovranno essere in alcuni casi anche molto rapidi e flessibili – prosegue l’assessore - dobbiamo contribuire concretamente ad aumentare l’attrattività dei territori, recuperando non solo un patrimonio aziendale che in molte realtà è venuto meno nel corso degli anni, ma soprattutto ricreando quel patrimonio umano fatto di professionalità e di competenze che vanno aggiornate e ‘curvate’ rispetto alle esigenze dei territori. Credo che il ruolo della Provincia possa essere determinante sia per la concertazione tra soggetti e tra livelli istituzionali, sia per la capacità di indirizzare e gestire i processi”.