Approvato dal Consiglio Regionale, dopo tre votazioni e una sospensione dei lavori, la mozione presentata dai consiglieri dello Sdi, Pieraldo Ciucchi e Giancarlo Tei, sulla “destinazione dell'otto per mille inoptato per il riassetto idrogeologico dell’Arno e dei bacini a rischio della Toscana”. In un primo momento, l’atto era stato dichiarato respinto a seguito di una votazione che contava 22 consiglieri favorevoli (Sdi, Ds, Verdi, Prc e PdCI) e 22 contrari (CdL e Margherita), ma il presidente del gruppo Sdi, Ciucchi, ha vivacemente contestato la gestione e l’esito della votazione.
La seduta è stata quindi sospesa per alcuni minuti, durante i quali si è proceduto ad una verifica del voto consultando la registrazione dei lavori. Al rientro in Aula, il presidente Bartolozzi, scusandosi, ha dichiarato un “errore di comunicazione” nel conteggiare i voti dei consiglieri ed un conseguente “risultato non corrispondente” a quanto precedentemente comunicato. Bartolozzi, dichiarando che “nella democrazia le questioni sostanziali superano quelle formali”, ha proposto quindi all’Aula di ripetere la votazione sull’atto che è stato approvato a maggioranza.
Poco prima della terza e ultima conta, il capogruppo dello Sdi ha “riconosciuto l’onestà intellettuale” del presidente Bartolozzi, accogliendo appieno la sua proposta di una nuova votazione. Per il capogruppo azzurro, Maurizio Dinelli, la vicenda deve indurre ad una riflessione: “l’errore umano è possibile – ha detto – invito però i colleghi che si sono più volte opposti alla votazione elettronica a rivedere la propria posizione”. Anche per il capogruppo Udc, Marco Carraresi, la vicenda offre uno spunto di riflessione: “dobbiamo interrograci – ha detto – se procedere ad una verifica del regolamento per usare, in fase di votazione, lo strumento elettronico”.
Riferendosi più strettamente alla terza votazione, Carraresi ha sottolineato che “giochi e numeri sono completamente cambiati. Quindi anche il voto lo sarà”. Nella mozione, illustrata in Aula dal consigliere Sdi, Giancarlo Tei, si richiede un intervento da parte della Giunta a “mantenere l’impegno per ricercare maggiori stanziamenti nazionali e regionali per la messa in sicurezza del bacino dell’Arno; a farsi portatrice verso il Governo nazionale della proposta di modificare i vigenti meccanismi di ripartizione delle risorse ricavate dall’otto per mille ‘inoptato’, ai fini di una loro destinazione allo Stato; ad impegnarsi affinché di una eventuale destinazione in tal senso delle suddette risorse possa beneficiare anche la Regione Toscana, per l’esecuzione dei necessari interventi strutturali di difesa idraulica del bacino del fiume Arno e degli altri bacini a rischio”.
Nel corso del dibattito che ha preceduto tutte le votazioni, il consigliere azzurro Angelo Pollina, che è uscito polemicamente dall’Aula dopo la terza votazione contestandone l’intera procedura, ha evidenziato che “l’Arno necessita di una soluzione per arrivare ad una sua piena messa in sicurezza. Tuttavia la proposta presentata dai colleghi dello Sdi, appare strumentale”. Sulla stessa lunghezza d’onda, il consigliere della Margherita, Gianluca Parrini, che ha definito la mozione “sbagliata e fuori luogo”.
Parrini ha infatti sostenuto che l’Arno è “un’emergenza nazionale, ma non possono farsene carico i cittadini”. Per il consigliere dei Verdi, Fabio Roggiolani, “tutto quello che aiuta il territorio fa bene. Il mio voto sarà quindi a favore”. A chiarire alcuni passaggi dell’atto, il presidente dello Sdi, Ciucchi, che ha ribadito come “non si intenda chiedere di contrastare la libera scelta dei cittadini, ma di riportare chiarezza in un meccanismo in evoluzione”. “Si calcola – ha continuato Ciucchi – che all’inoptato corrispondano da trecento a cinquecento milioni di euro l’anno.
Riportare queste somme nella disponibilità dello Stato è un elemento di chiarezza e trasparenza”. Anche per il vicepresidente Ds, Fabrizio Mattei, le “risorse devono tornare nella disponibilità dello Stato che deciderà come e dove destinarle”. Per il capogruppo Udc, Marco Carraresi, “al di là di quello scritto espressamente nel testo, l’obiettivo di fondo è un attacco chiaro ed evidente all’otto per mille. Chi non destina questa quota – ha rilevato – non ha implicita un’altra volontà”.
Per il presidente della Margherita, Alberto Monaci, è “improprio abbinare le due problematiche, otto per mille e Arno. Hanno percorsi diversi. Mi sembra una strumentalizzazione forzata e molto furbista”. “Comunque – ha concluso – l’otto per mille non è disponibile per le finanze regionali”. Per il vicepresidente di Rifondazione comunista, Roberta Fantozzi, “si può convenire che nella mozione si legano due questioni che potevano essere trattate distintamente. Tuttavia – ha aggiunto – c’è una correttezza sostanziale.
È ragionevole pensare che l’inoptato debba essere destinato al benessere collettivo”. Per la consigliera azzurra, Stefania Fuscagni, che ha dichiarato il suo voto contrario, la “posizione dei colleghi dello Sdi” è parsa “scherzosa”. Per il capogruppo Ds, Paolo Cocchi, la mozione “allude ad un problema sullo scarto di una altro problema. Al collega Ciucchi dico, perché solo l’Arno che è certo questione di grande emergenza?. Sarebbe opportuno guardare anche ad altre criticità”.
Per il consigliere di Alleanza nazionale, Marco Cellai, che ha espresso il suo voto contrario, “siamo di fronte alla sagra delle parole. A concetti mirati ad ottenere effetti propagandistici”. (mr)