Veleno non c'e' piu'. Benito Lorenzi per tutti era "Veleno", oggi e' morto all'ospedale di Milano all'eta' di 71 anni. Era nato a Borgo a Buggiano, in provincia di Pistoia, il 20 dicembre del 1925. Il suo debutto in A il 28 settembre del '47 in un'Inter-Alessandria 6-0. L'ultima gara nel '59, Sampdoria-Alessandria 3-1 e questa volta Lorenzi indossava la maglia della squadra piemontese. Era un attaccante veloce, che faceva dell'agonismo e del carattere una delle sue migliori armi. Amava scherzare con i compagni, in campo, negli spogliatoi, ma era anche un ottimo giocatore.
Veloce, bravissimo nell'1 contro 1, per tutti era Veleno, ma a chiamarlo cosi' non erano ne' i compagni, ne' gli avversari. Era la mamma, la signora Ida, strenata dalle sue marachelle da bambino. In nerazzurro gioca dal '47 al '58 per un totale di 305 gare e 138 reti in A. Cresce nell'Empoli dove gioca 39 gare e segna 15 reti in B, poi l'Inter e i due scudetti nel '53 e nel '54. La sua azione piu' famosa fu anche una delle piu' "velenose": durante un derby Inter-Milan, venne fischiato un rigore assai dubbio a favore dei rossoneri.
Lorenzi ando' dal massaggiatore della sua squadra e si fece dare un pezzo di limone. Mentre l'arbitro Lo Bello era distratto dalle intemperanze dei giocatori in campo, lo posiziono' rapidamente appena sotto il pallone sul dischetto degli undici metri. Nonostante le grida dei tifosi il rigore venne tirato da Tito Cucchiaroni, ala sinistra del Milan, uscendo di oltre sei metri, la partita fini' 1-0 per gli interisti, Veleno guadagno' con una rapida corsa gli spogliatoi e riusci' ad evitare l'invasione di campo dei tifosi avversari infuriati.
Esordi' in Nazionale a Madrid, in un Spagna-Italia 1-3, realizzo' anche una delle tre reti azzurre. In tutto 14 presenze e 4 gol con l'Italia. Leggenda vuole che nel '54, ai Mondiali svizzeri, si fece espellere per un calcio all'arbitro brasiliano Viana nella partita contro la squadra di casa. Di episodi ce ne sono tanti, nei contrasti aerei si aiutava in tutti i modi, anche non proprio sportivamente e colpendo nelle parti "basse". Era "velenoso", ma anche un amicone che amava scherzare con tutti e che non dimenticava gli amici.
Quando mori', nella tragedia di Superga, il grande Valentino Mazzola, fu lui, Benito Lorenzi, a prendersi cura dei figli Ferruccio e Sandro, che lo ricorda cosi'. "E' l'unica persona - ha dichiarato oggi ai microfoni della Domenica Sportiva Sandro Mazzola - che si ricordo' che mio padre aveva lasciato due figli. Era un burlone amava scherzare e a volte gli allenatori non lo facevano giocare anche per questo, mio padre in Nazionale lo difendeva e lui se ne ricordo' per sempre. Una persona eccezionale che avevo sentito anche due settimane fa, mi disse che l'Inter non aveva ancora vinto lo scudetto e che bisognava ancora tenere duro".
Veleno era anche questo.