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Stromboli: il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze segue in tempo reale l'eruzione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 febbraio 2007 23:00

Firenze, 28 febbraio 2007- Da ieri cinque ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra dell’ateneo fiorentino si trovano a Stromboli, in collegamento con altri 20 studiosi appartenenti ai vari gruppi di ricerca che a Firenze stanno seguendo a distanza l’evoluzione del fenomeno, elaborando e interpretando i dati nei laboratori della nuova sede di Arcetri del dipartimento, diretto da Nicola Casagli.
Le attività di monitoraggio in tempo reale si concentrano in particolare sulla Sciara del Fuoco, la vasta depressione che interessa il fianco nord-occidentale del vulcano Stromboli.

Attualmente, ogni trenta minuti viene emesso un bollettino di aggiornamento al Dipartimento della Protezione Civile.
Il Dipartimento di Scienze della Terra - che da febbraio 2003 è Centro di competenza del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri - esegue un monitoraggio del vulcano Stromboli con un’articolata rete di sensori basati su tecnologie di ultima generazione per la misurazione di parametri geofisici e geologici. Si tratta di una rete di monitoraggio sismico-termico-acustico-ondametrico, che permette di rilevare in tempo reale le anomalie nell’attività sismica del vulcano, il livello di tremore, le temperature del suolo e delle fumarole, l’emissione di infrasuoni.

Al largo delle coste di Stromboli sono state installate delle boe ondametriche, strumenti per la misurazione dell’altezza delle onde marine, che permettono l’individuazione istantanea di onde anomale causate da mareggiate e tsunami.
Tutta la Sciara del Fuoco è inoltre osservata in continuo da un dispositivo radar, realizzato in collaborazione con il Centro Comune di Ricerca (CCR) della Commissione Europea, per scopi di allertamento rapido. Tale sistema - basato sulla tecnologia dell'interferometria radar (InSAR) - permette di misurare in tempo reale le deformazioni dell’apparato vulcanico con precisione millimetrica, in qualsiasi condizione di visibilità (giorno e notte, con polvere, nebbia, fumo, etc.).

E’ così possibile osservare e tenere sotto controllo le colate di lava e le frane che periodicamente si generano sulla Sciara del Fuoco, in modo da fornire al Centro Operativo Avanzato della Protezione Civile, situato a Stromboli, gli elementi necessari per la valutazione dei rischi per la popolazione.
Stromboli è considerato uno dei più attivi vulcani del mondo ed è caratterizzato da persistente attività esplosiva, chiamata appunto “stromboliana”, contrassegnata da periodici picchi di attività accompagnati da flussi di lava, come si è verificato nel 1975, nel 1985, nel 2002-2003 e nell’ultimo episodio, a partire dalle ore 12.30 di ieri.

Secondo recenti rilievi batimetrici la Sciara del Fuoco - la cui formazione è attribuita a una gigantesca frana che si sarebbe verificata più di 5.000 anni fa - si estende al di sotto del livello del mare fino a una profondità di circa 1700 m.

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