San Francesco (Pelago) domenica 25 febbraio - Concluse le operazioni di bonifica dell’ordigno bellico ritrovato nei giorni scorsi nella frazione di San Francesco nel Comune di Pelago. L’ordigno è stato fatto brillare nella cava di “Monsavano” di proprietà dell’Italcementi S.p.A. alle ore 12,35. Le operazioni di disinnesco e brillamento - effettuate dal Reggimento Genio Ferrovieri dell’Esercito che ha sede a Castel Maggiore (Bologna) - si sono svolte secondo le procedure.
Le operazioni - coordinate dalla Prefettura di Firenze – hanno preso il via alle ore 9,00 con l’evacuazione della popolazione.
Le manovre si sono svolte in maniera ordinata, senza particolari disagi per la popolazione, grazie alla fattiva collaborazione della cittadinanza stessa e all’impegno dei molti volontari della Croce Azzurra e della Misericordia che hanno utilizzato sia i mezzi di soccorso medico sia mezzi di protezione civile con il supporto tecnico della Provincia di Firenze. In particolare è stata garantita un’efficace assistenza a tutte le persone impossibilitate a recarsi autonomamente presso i Centri di raccolta.
Soltanto il 5% delle persone residenti (200 su circa 4000) nell’area circoscritta dal perimetro delle operazioni aveva scelto di radunarsi nei punti di raccolta predisposti dalle amministrazioni di Pontassieve e Pelago.
Alle ore 10,20 è stato avviato il disinnesco delle spolette dell’ordigno che si è concluso alle ore 11,00. Una volta messa in sicurezza, la bomba è stata trasportata nella cava (ore 11,15); successivamente a quest’ultima operazione la popolazione, residente nella Danger zone, è potuta rientrare nelle proprie abitazioni e, al contempo, è stata ripristinata la viabilità ordinaria.
L’ordigno è stato fatto brillare alle ore 12,35. Soddisfazione da parte degli amministratori locali e dal prefetto Andrea De Martino. “Oltre a rinnovare i ringraziamenti alla popolazione, a tutti i volontari e ai dipendenti delle amministrazioni – hanno spiegato il Sindaco di Pelago Marcello Ulivieri e l’Assessore del Comune di Pontassieve Paolo Fini – questa operazione dimostra che i motivi della buona riuscita sono anche da rintracciare nell’ottima stesura del piano di protezione civile”.