Sembra sia un lungo esodo quello messo in atto dai senzatetto che dalla stazione centrale vanno verso Campo di Marte. Un trasloco dettato non da loro scelte personali, bensì da cause di diversa natura: l'arrivo degli albanesi e degli algerini. Sono loro - secondo quanto affermano i senzatetto - la causa dell'esodo che li vede invadere i binari o le pensiline della stazione di Campo di Marte. A causa dell'arroganza, che sempre più alimenta la legge del più forte, di certi albanesi, i barboni sono costretti a cedere il posto per non fare di Santa Maria Novella il teatro di una tragedia.
Ragazze, donne, uomini raccattano così i cartoni ed emigrano verso Campo di Marte. Non è una resa di fronte allo squallore, è una scelta di buon senso. Nell'universo dei senzatetto, soprattutto negli ultimi anni, la realtà quotidiana è notevolmente peggiorata, soprattutto a seguito dell'arrivo massiccio di albanesi che, a differenza di loro, fanno della stazione centrale un palcoscenico del degrado. Costoro di giorno spacciano o rubano, di notte, attuando una vera offensiva, scacciano i senzatetto.
La stazione centrale, il cui degrado si avverte a cominciare dalle pensiline, diventa una pattumiera a cielo aperto, un teatro di soprusi dove a rimetterci, oltre i cittadini di Firenze, sono i poveri barboni. Persone che vivono in una loro innocua realtà, che ignorano, per la maggiore, l'assistenza sanitaria, il conforto affettivo delle case di accoglienza, diventando così agnelli da sbranare. Non è difficile accorgersi di questa emergenza sociale. Basta infatti passeggiare di notte per vedere il dramma, la rappresentazione violenta che inizia appena il sole tramonta.
Non c'è solo il problema dell'accattonaggio, c'è di più. Tuttavia, il dato drammatico è che le forze dell'ordine stanno per collassare. La notte gran parte del centro storico diventa teatro di facili risse, di gente che ubriaca accoltella o picchia il suo simile. Insomma, Firenze sembra incarnare l'ambientazione di un film dell'orrore. Una pellicola di scene violente che, prima o poi, dovrà finire, anche se per adesso non si riesce a vederne l'epilogo. Le pensiline e la stazione saranno la casa degli albanesi e non più quella dei poveri senzatetto, degli agnelli sbranati dai lupi.
Degli innocui mendicanti che, per sbarcare la notte, sono costretti a fuggire.
Iuri Lombardi