Firenze, 20 febbraio 2007- L'amministrazione comunale ha approvato il nuovo Piano Urbanistico Esecutivo di San Salvi. Rispetto al precedente sono state introdotte alcune modifiche, mentre la lottizzazione privata di alcuni padiglioni del parco e il centro direzionale dell'ASL sono stati confermati. Gli immobili destinati ad abitazioni saranno dati in concessione, o definitivamente venduti agli operatori immobiliari che potranno realizzare consistenti profitti economici. Nemmeno il vincolo della Soprintendenza per i beni architettonici e culturali ha salvaguardato l'importanza architettonica di questa struttura.
"Un parco storico il cui statuto è pubblico, ossia di luogo sociale e collettivo, viene trattato come una qualsiasi zona residenziale della città.
L'unità dell'area e la sua apertura come centro civico di tutto il quartiere è irrimediabilmente compromessa -commentano dal Comitato degli abitanti del quartiere che ribadiscono- si tratta di un PARCO che va riqualificato sulla base delle proprie qualità naturalistiche e ambientali e non per le prospettive di investimento immobiliare che esso può offrire.
Ieri sera in Consiglio Comunale è stato invece contrario il voto sulla mozione presentata quasi un anno fa da Unaltracittà/Unaltromondo, Rifondazione Comunista, Verdi e Comunisti Italiani.
«Il futuro dell'area Guidobono rimane incerto -hanno commentato della capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo Ornella De Zordo e della capogruppo di Rifondazione Comunista Anna Nocentini- con il rischio di consentire la speculazione edilizia e senza risposte definitive alle richieste espresse dai cittadini in assemblee pubbliche, con petizioni popolari, nel 'Forum piano strutturale, per avere aree verdi, spazi pubblici aperti, funzioni con fini sociali, ricreativi e culturali, in una zona già al collasso per sovraccarico di funzioni e residenze».
«Accogliere la nostra mozione - hanno proseguito le due capogruppo - significava mandare finalmente un segnale forte alla società proprietaria, la Rubens controllata di Baldassini e Tognozzi che non a caso ha concluso la procedura di acquisto dell'area per 7 milioni di euro. Significava affermare con nettezza l'intenzione dell'Amministrazione di gestire il territorio a partire dalle necessità dello stesso e dei residenti». «Si è perso l'occasione - hanno concluso Ornella de Zordo e Anna Nocentini – di stabilire un rapporto positivo con i cittadini, il cui impegno, al di là del risultato di oggi in Consiglio Comunale, ha comunque portato all'importante risultato del ritiro del progetto iniziale, impedendo una primo tentativo di speculazione edilizia incompatibile con la qualità della vita della zona».