Nei primi nove mesi del 2006 l’Italia ha esportato marmi e graniti, grezzi e lavorati per un totale di 2milioni e 371.895 tonnellate per un valore di 1miliardo e 321 milioni di euro con un aumento del +3,39 nelle quantità e del +7,62 in valore. L’ammontare complessivo dell’export italiano è ancora più alto se si considerano altre voci a minor valore aggiunto come i granulati, le polveri, la pomice e le ardesie che portano il totale a 3milioni e 639.966 tonnellate per un controvalore complessivo di 1 miliardo e 388 milioni di euro.
Lo rende noto l’Internazionale marmi e Macchine Carrara che, come sempre ha elaborato i dati ufficiali forniti dall’Istat confrontandoli con le proprie banche dati storiche. Sempre secondo le elaborazioni dell’IMM le importazioni italiane riferite allo stesso periodo per le voci dei materiali grezzi e lavorati di maggior qualità sono state di 2 milioni e 11mila tonnellate per un valore di 439 milioni e 770.614 euro con un incremento del +7,90% in quantità e del +14,80% in valore.
“Sembra proseguire, seppure con qualche leggera contraddizione, il trend positivo per il nostro export emerso nei primi sei mesi del 2006 ed evidenziato anche nel corso di CarraraMarmotec – commenta il presidente dell’IMM Giancarlo Tonini - ma è necessario attendere la fine dell’anno per dare giudizi definitivi.
È confortante la crescita del valore medio dell’export perché rilancia il made in Italy dei materiali migliori È una piccola ripresa che va verificata anche nel medio periodo. Potremo fare comparazioni più puntuali in presenza dei dati di fine anno, ma ci sono segnali per credere che il momento peggiore sembra alle spalle. .”.
I dati dell’export per le voci più significative vedono una crescita per marmi e travertini che segnano un andamento migliore dei graniti, sia riguardo ai lavorati finiti che ai blocchi e lastre in genere ed una crescita del valore medio dei prodotti esportati.
Aumenta l’export di marmo in blocchi e lastre del +14,9% in valore e del +12,8% in quantità, mentre i lavorati, che costituiscono una voce oltre 4 volte più importante in valore, crescono del +2,8% in quantità e del +10,4% in valore. I graniti non seguono lo stesso trend del marmo e, pur nell’andamento positivo, si stabilizzano restando la voce più importante sui valori e seconda solo ai marmi lavorati che fa segnare un export di 740.423 tonnellate (+2,77) per un valore di 542 milioni di euro(+10,43%).
Stabile ma con tendenza ad un leggero calo l’area dell’Unione Europea, mentre cresce ancora il resto d’Europa, soprattutto con Svizzera e Russia ma anche in tutte le altre aree, in particolare il Nord Africa.
In ripresa (molto contenuta) l’Estremo Oriente, dove però sono positive solo le voci relative ai grezzi e semigrezzi, mentre i lavorati, soprattutto graniti, arretrano ulteriormente. Le nostre esportazioni verso giganti come India e Cina sono in aumento per i marmi, sia grezzi e semigrezzi sia lavorati, ma le cifre assolute sono troppo basse se si pensa al potenziale di mercato di questi Paesi che sono anche grandi produttori di materia e di prodotti finiti.
Il mercato maggiore resta per l’export italiano quello degli Stati Uniti che aumentano le loro importazioni di lavorati, sia di graniti sia di marmi e travertini, con una crescita complessiva, sulle voci più significative, del +4,5% in quantità e del +8,5% in valore.
Un risultato degno di nota perché riferito non ai prodotti grezzi, ma ai lavorati. Lo stesso vale anche per gli Emirati Arabi e, in misura minore, per il Kuwait. Gli Emirati sono ormai il primo mercato nell’area medio orientale ed hanno ampiamente superato l’Arabia Saudita ancora in calo sui volumi. Nell’insieme l’area più problematica è quella dell’Unione Europea, dove il mercato maggiore, la Germania, resta negativo su tutte le voci pur recuperando rispetto a primi sei mesi dell’anno sia in quantità che in volume.
Anche altri Paesi importanti, come il Regno Unito, non danno segni di ripresa, mentre dai nuovi ingressi, particolarmente Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria arrivano segnali soddisfacenti che creano fiducia nel futuro.
Le dinamiche dell’import italiano (che alimenta l’industria di trasformazione nazionale) sono lo specchio dei cambiamenti in atto sui mercati ma anche nelle tendenze di impiego dei materiali: sono fornitori di grezzo il Brasile ( +62,6% in volume e +64,6% in valore), la Spagna (+15,7% e +19,4%, nell’ordine) e anche India che cresce solo in valore (-2% in volume e +10,4% in valore) mentre l’incremento dell’import dalla Cina (+39% in volume, +8,9% in valore) è dovuto anche alle quantità modeste che sono interessate.
La Cina conferma e consolida il trend di importazione italiana soprattutto di granito in lavorati. Infatti, dei circa 33 milioni di euro di nostre importazioni da questo Paese, oltre 17 milioni e 250 mila euro si ascrivono alla voce dei graniti lavorati. Anche le importazioni di marmi in blocchi e lastre sono in crescita, complessivamente del +6,7% in volume e del +15,6% in valore e tra i fornitori crescono di più Turchia (+36,3% e +42,1%), Spagna (+11,4% e + 20,6%), Iran (+13% in volume e +31,2% in valore), ed Egitto (+24,4% e +32% in valore), mentre si affaccia con una buona dinamica la Namibia.
I trend nel comprensorio toscano e ligure
Anche la performance del distretto toscano è stata apprezzabile nei primi nove mesi del 2006 e si allinea con il dato nazionale.
Il comprensorio tosco ligure ha esportato per 396 milioni e 27 mila euro, con una crescita sul 2005 del +9,7%, corrispondenti a 1 milione e 511 mila tonnellate (817 mila di soli granulati e polveri), con una crescita in volume del +2,9%.
Il dato sui valori dell’export ribadisce il ruolo delle imprese toscane che con questo parametro più alto di quello nazionale, testimoniano che il distretto sta recuperando nella fascia alta di prodotto soprattutto in quella dei lavorati esportati a più alto valore medio unitario per tonnellata che nel distretto toscano è stato nel 2006 di 887,2 euro circa per i marmi e di 947 per i graniti.
Il dato, a livello nazionale, è di 732,2 euro per i marmi lavorati e 826 circa per i graniti lavorati. Il miglioramento del distretto toscano sullo stesso dato del 2005 è più elevato anche rispetto ad altri distretti di produzione. Questo è dovuto in gran parte al mix di mercati di sbocco che la nostra area cura di più che anche nei primi nove mesi del 2006 hanno continuato a crescere sotto la spinta delle imprese locali. Molto importanti e ancora in crescita si sono confermati gli Stati Uniti, dove proprio i lavorati, sia di marmi che di graniti, segnano un aumento sia in volume che in valore, e coprono da soli oltre il 40% del valore totale di export nazionale.
Anche se nessun altro Paese avvicina il peso degli USA, il ventaglio di mercati importanti e significativi rimane più vario, ampio e promettente di quello dei maggiori distretti concorrenti Per le Aziende toscane si riaprono spiragli sull’Estremo Oriente, si riconfermano i ruoli di alcuni Paesi nell’area medio orientale, nell’Europa non comunitaria e ancora nell’Africa mediterranea, mercato di sbocco per grezzi e semigrezzi.
Anche le importazioni comprensoriali sono in crescita su base annua soprattutto per i graniti in blocchi.
Costituiscono la voce maggiore e provengono soprattutto da Brasile e Sud Africa e India.