FIRENZE- Siamo sicuri di quello che ogni giorno mettiamo in tavola? Siamo ragionevolmente certi che i prodotti di origine animale con cui ogni giorno prepariamo pranzo e cena (carne, pesce, latte, uova) siano sani sotto ogni profilo e non contengano sostanze dannose e proibite? Per quanto riguarda la filiera produttiva nella nostra regione si può dire di sì. Ed è un’affermazione importante e non scontata, data la complessità del sistema dei controlli necessari. Con tre delibere approvate nei giorni scorsi la Giunta Regionale, su proposta dell’assessore regionale al diritto alla salute Enrico Rossi, ha appunto definito i piani dei controlli su tutta la filiera degli alimenti di origine animale per l’anno 2007, dopo che già negli anni scorsi il sistema veterinario regionale aveva svolto una consistente attività in questo settore.
Alle attività di vigilanza delle Asl sull’igiene della somministrazione degli alimenti si affiancano quindi oggi tre piani specifici che coprono, secondo una valutazione scientifica, le varie tipologie di alimenti di origine animale, dal latte alla carne fresca alle carni trasformate, al miele, alle uova, ai prodotti della pesca. I piani prevedono sopralluoghi e campionamenti in tutta la filiera produttiva. Secondo il principio della sicurezza “dal campo alla tavola” vengono passati al setaccio innanzitutto i prodotti agricoli che, freschi o trasformati, costituiscono alimenti per gli animali, per verificare che non contengano sostanze pericolose o proibite (anabolizzanti, farmaci e altri additivi non consentiti, proteine che possono esporre gli animali al rischio Bse, la temibile Encefalopatia spongiforme bovina, diossine, Ogm).
Controlli specifici vengono previsti e realizzati negli allevamenti per prevenire e contrastare eventuali trattamenti illeciti. Seguono i controlli nei macelli e nelle industrie di trasformazione ed infine quelli effettuati nella fase della commercializzazione. Si tratta di esami batteriologici, virologici e chimici a volte di particolare impegno analitico, come nel caso della ricerca dei metalli pesanti o dei contaminanti ambientali, che vedono impegnati i Servizi veterinari delle 12 aziende sanitarie regionali e le sezioni toscane dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale.
“Questo impegno - afferma l’assessore Enrico Rossi - si colloca a buon diritto all’interno della tutela della salute dei cittadini. In Toscana i controlli dal campo alla tavola sono consolidati da anni e nel 2007 saranno incrementati.. I Servizi veterinari hanno pianificato gli interventi a partire da una valutazione oggettiva dei dati storici, dei risultati dei controlli negli anni precedenti e dal quadro sanitario internazionale che ci viene fornito dal nostro sistema di gestione delle “allerta” comunitarie.
Tutto questo anche grazie al consenso del mondo della produzione, degli allevatori ed operatori economici che si comportano per la grande maggioranza in maniera virtuosa e che anche per questo sono sempre più conosciuti e riconosciuti sui mercati nazionali ed internazionali”.
Il sistema veterinario in Toscana
La “Relazione veterinaria 2005” ne traccia un profilo completo e aggiornato. Il dipartimento comprende 16 dipendenti in servizio, di cui 10 medici veterinari e 6 in ambito tecnico-amministrativo, 111 referenti - regionali e aziendali.
La rete della veterinaria si estende alle 12 Asl per un totale di 620 operatori impegnati (di cui 279 medici veterinari). L’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana opera come strumento scientifico e in Toscana è presente con 5 sedi interprovinciali. I “posti di ispezione frontaliera” (Livorno e Pisa) effettuano controlli veterinari su animali vivi e su prodotti di origine animale provenienti da Paesi terzi. Nel 2005 sono state controllate, nei due “posti”, più di 10.500 partite per un totale di circa 218 mila tonnellate.
Altri uffici periferici ministeriali sono quelli per gli adempimenti degli obblighi comunitari: circa 65 mila, nel 2005, le partite segnalate in Toscana.
Allevamenti e alimenti: i controlli
Per ottenere alimenti sicuri è necessario che gli animali siano nutriti in maniera corretta. I controlli riguardano sia gli impianti che gli allevamenti. In Toscana operano 78 mangimifici - per la maggior parte di dimensioni medio-piccole - e oltre 800 intermediari. La vigilanza sulla presenza di residui negli animali e nei prodotti derivati prevede in Toscana controlli aggiuntivi rispetto a quelli previsti dal piano nazionale.
Un vigilanza particolare è quella riguardante il “benessere animale”. Nel 2005, ad esempio, sono state controllate 276 aziende suinicole (6 le violazioni riscontrate) e 26 quelle legate all’allevamento di galline (nessun violazione riscontrata). Sorvegliate anche le condizioni di trasporto degli animali.
In Toscana sono 1.225 gli impianti attivi a bollo CE per quanto riguarda la trasformazione di prodotti di origine animale: 468 per le carni, 266 per i pesci, 35 per la selvaggina, 456 per latte e uova.
Per quanto riguarda il capitolo delle produzioni, qualche dato sul numero dei capi macellati, in Toscana, nel 2005: si va dai circa 4.700 vitelli a carne bianca ai quasi 68.000 vitelloni, dalle 1.200 vacche ai 233.000 suini. 11 i bufali, 515 i suini, più di 236 mila le capre e 227 mila gli agnelli. In tutto vengono macellati, in un anno oltre 561.000 capi: più di 1.500 al giorno. Ma i controlli riguardano anche tutte le altre produzioni: polli e tacchini, conigli e selvaggina, cinghiali e acquicoltura, lattiero-caseario e apicoltura.
Nel 2005 la produzione di polli toscani ha raggiunto le 1.688 tonnellate e la produzione di conigli ha sfiorato le 1.200 tonnellate. (sc)