ACLI Toscana: 5 sportelli informativi, riservati agli immigrati, per trovare lavoro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 febbraio 2007 14:27
ACLI Toscana: 5 sportelli informativi, riservati agli immigrati, per trovare lavoro

ACLI Toscana ha realizzato un progetto che prevede, entro poche settimane, l’apertura di 5 sportelli informativi, riservati agli immigrati, per trovare lavoro; gli sportelli opereranno ad Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Pisa.
Scopo principale è quello di fornire assistenza affinché, partendo dalle competenze e dai titoli in possesso degli immigrati, con particolare riguardo alla popolazione femminile, queste persone non siano costrette, come avviene spesso, ad accettare occupazioni di basso livello ma possano invece trovare lavori di più alto livello, con evidenti risvolti in termini di integrazione sociale.
Nello specifico i 5 sportelli ACLI, nel quale opererà personale adeguatamente preparato, che questa mattina a Firenze ha incominciato un apposito corso di formazione incontrando anche l’Assessore all’Immigrazione del Comune di Firenze Lucia De Siervo, offriranno servizi informativi e di consulenza, in ambito legale e formativo, riguardanti lo scenario occupazionale della Toscana, la predisposizione del Curriculum Vitae, la validità dei titoli di studio conseguiti all’estero e l’accesso a banche dati esistenti.

“Favorire la riduzione della segregazione occupazionale della popolazione immigrata in Toscana, rappresenta la finalità generale del progetto ACLI, ha sottolineato il Presidente ACLI Toscana Paolo Martelloni. I caratteri strutturali del fenomeno immigrazione in Toscana e la radicata presenza di numerose comunità di stranieri, ci hanno posto l’esigenza di avviare un sistema di supporto informativo e consulenziale a livello regionale, con punti di accesso locali-sportelli, centrato sull’integrazione fra le esperienze esistenti e nuove metodologie sperimentali”.

“Fino ad oggi il modello migratorio italiano – ha evidenziato l’Assessore all’Immigrazione del Comune di Firenze Lucia De Siervo - si è sviluppato reclutando manodopera da destinare verso quei lavori dove scarseggia l’offerta di lavoro nazionale. Un modello di “integrazione subalterna” secondo cui agli immigrati sono destinati quei lavori che gli italiani non vogliono più fare. Un modello che porta ad un evidente sottoutilizzo delle capacità dei cittadini immigrati e che dobbiamo superare.

Perché in altri paesi dove questo modello è stato superato, l’importazione di cervelli è diventato un elemento di risorsa competitiva. E’ quindi un’iniziativa importante quella di Acli Toscana, perché tende a valorizzare la formazione e la competenza specifica delle persone. “Questo elemento oggi non può più essere affrontato unicamente attraverso le politiche del lavoro – ha sottolineato il Vice Presidente Regionale ACLI con delega al Patronato Gabriele Parenti - al contrario, attraverso l’acquisizione di una visione integrata tra politiche del lavoro, della formazione e politiche sociali, necessita di interventi integrati per i quali il volontariato può svolgere un ruolo innovativo, ancora una volta anticipatorio, interagendo efficacemente con altri attori territoriali, quali Comuni e Province”.

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