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In Regione incentivazioni all’esodo e precari assunti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 febbraio 2007 15:51

FIRENZE- Una legge che permetterà di procedere ad assunzioni in Regione dopo il blocco delle recenti finanziarie, e tutto questo in una prospettiva più ampia di ricambio generazionale del personale, di stabilizzazione del lavoro precario e anche di contenimento della spesa. E’ questo il testo che, su iniziativa del vicepresidente Federico Gelli, è stato approvato dalla giunta regionale. Si calcola che la legge, che modifica sensibilmente la precedente legislazione in tema di ordinamento della dirigenza e del personale, potrà portare alla attivazione di circa 300 nuovi contratti a tempo indeterminato sulla scia di forti incentivi alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro per il personale in possesso di precisi requisiti di età e anzianità professionale.

“Questa legge, che vale anche per gli enti dipendenti della Regione – spiega il vicepresidente Gelli - è un’ulteriore importante conferma che, operando con buon senso e sulla base di un confronto serrato con tutti gli interessati, si può arrivare a rinnovare in profondità la pubblica amministrazione, dare risposte forti per superare il precariato e addirittura risparmiare”. Ecco i principali provvedimenti contenuti nel testo di legge approvato oggi.

Stabilizzazione del lavoro
La legge prevede innanzitutto che nel corso di quest’anno e nel corso del 2008 e del 2009 la Regione e gli enti dipendenti, nei limiti dei posti in organico, possano immettere in ruolo a tempo indeterminato quanti nell’ultimo quinquennio abbiano prestato servizio con contratti a tempo determinato per un periodo anche non continuativo di almeno tre anni.

Si prevede che questo periodo possa maturare anche in data successiva alla legge, benché in forza di contratti stipulati prima del 29 settembre 2006. Le immissioni in ruolo avverranno, nei limiti dei posti disponibili, sulla base di una graduatoria formata in relazione all’anzianità, con una precedenza, nella misura di un terzo, per coloro che sono risultati idonei in concorsi a tempo indeterminato.
Nel rispetto del patto di stabilità si prevede un limite a queste stabilizzazioni pari all’85 per cento della media dei contratti a tempo determinato che ciascun ente ha stipulato negli anni 2004, 2005, 2006.

Ma il percorso di stabilizzazione va oltre il personale a tempo determinato e riguarda anche i co.co.co che in questi anni hanno lavorato in Regione. Si prevede infatti che per le selezioni bandite nel triennio 2007-2009 per il reclutamento del personale a tempo determinato, una quota non inferiore al 60 per cento sia riservata a quanti hanno stipulato uno o più contratti di collaborazione coordinata e continuativa (esclusi gli incarichi di nomina politica) di almeno un anno alla data del 29 settembre 2006.
Si prevede inoltre che nei bandi di concorso per le assunzioni a tempo indeterminato siano indicate anche le modalità di valutazione del servizio prestato con le varie tipologie contrattuali.



Risoluzione consensuale dei rapporti di lavoro
Dopo i dirigenti questa opportunità viene prevista anche per tutti i lavoratori del comparto. Entro il 31 dicembre 2010 potranno presentare domanda i dipendenti che abbiano almeno 57 anni e abbiano prestato almeno 8 anni di servizio a tempo indeterminato. Le modalità di attuazione della risoluzione consensuale verranno individuate da una successiva deliberazione di giunta. L’incentivo, comunque, non potrà essere superiore a 24 mensilità del trattamento fisso e continuativo e verrà calcolato in proporzione al periodo che intercorre tra l’età del dipendente al momento della cessazione del rapporto e la data del suo sessantaseiseimo compleanno.
Per chi farà questa scelta si esclude espressamente la possibilità di stipulare con l’amministrazione regionale (agenzie ed enti dipendneti compresi) contratti relativi a incarchi professionali, di studio, consulenza o ricerca per tutto il quinquennio successivo.

Dirigenti a tempo determinato. Infine, la legge prevede la possibilità di attivare contratti di dirigenti a tempo determinato (di durata comunque non superiore ai 5 anni) , nella misura del 15 per cento dei posti di qualifica dirigenziale, contratti che potranno essere conferiti anche a dipendenti regionali, previo collocamento in aspettativa o fuori ruolo. (pc)

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