Solidarietà ai lavoratori di Le Monnier «contro la scelta dell'azienda di licenziare tre dipendenti per fronteggiare una crisi economica» è stata espressa dalla capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo Ornella De Zordo. «Troviamo lesivo dei diritti - ha aggiungo - che da un giorno all'altro l'azienda congedi tre lavoratori, calpestando completamente il rispetto delle norme sindacali. Tra martedì e mercoledì scorso infatti tre dipendenti della libreria Le Monnier di via San Gallo hanno ricevuto la lettera di licenziamento.
La causa? Un forte disavanzo della società, che come sempre più frequentemente si vuole fronteggiare con i tagli al personale. Noi crediamo che non si possa trovare come soluzione quella di licenziare i lavoratori quando una società va in crisi economica. Le cause della crisi dovrebbero essere sempre monitorate da parte dei dirigenti che devono vigilare e trovare man mano soluzioni alternative. Non possono essere sempre i lavoratori a pagare per uno sbilancio aziendale». «Il 26 gennaio - ha ricordato Ornella De Zordo - il sindacato è riuscito a congelare i licenziamenti, ma la partita resta aperta perché dai vertici aziendali fanno sapere che dei tagli ci dovranno essere.
Noi ci attiveremo affinché anche a livello istituzionale possa aprirsi una trattativa volta a salvaguardare i lavoratori e il futuro della libreria, punto di incontro e di cultura di Firenze. Non sarebbe la prima volta purtroppo che a Firenze ci troviamo a subire i limiti di una società sempre più neoliberista in cui chiude una libreria per lasciare il posto a negozi griffati o alla grande distribuzione. Fino a qualche anno fa, Firenze era una delle prime città italiane per numero di librerie, proporzionate al numero di abitanti».
«Negli ultimi anni - ha concluso Ornella De Zordo - abbiamo però dovuto registrare la chiusura o la sofferenza di librerie storiche come Seeber, Marzocco, Condotta e altre. Crediamo che la cultura in città debba avere i suoi spazi e che le istituzioni debbano intervenire per evitare che quegli spazi in cui la cultura si diffonde vengano meno». (mr)