Lo scrittore Hamid Skif sarà a Firenze per presentare il suo ultimo libro “La géographie du danger”, tradotto in italiano e pubblicato grazie a Barbera Editore con il titolo : LA PAURA. Hamid Skif è algerino, nato negli anni ’50, in un quartiere popolare di Oran, M’dina Jdida. Dal ’97, vive in esilio in Germania, dopo essere scampato a diversi attentati in Algeria. Giornalista, poeta, autore di numerosi romanzi (Monsieur le Président -2002, La principessa del deserto di mezzo -1999, Citrouille fêlée -1998), ha scritto “La géographie du danger” nel 2005, anticipando di qualche giorno gli eventi di Melilla e Ceuta.
La sua prosa è ispirata al dramma dei clandestini, obbligati a viaggiare in condizioni disumane per arrivare, grazie all’aiuto di un “passeur” senza scrupoli, in terra promessa, dove sperano di trovare la pace, la felicità, l’amore e la libertà. Il suo giovane protagonista, senza nome, perché senza identità, trova però in questo nuovo paese una prigione: una stanzetta nel sottotetto, dove trascorre ore e giorni senza uscire, a sbirciare dalla finestra lo scorrere delle vite altrui: il vicino ciccione, la coppia litigiosa, il ragazzo timido e misterioso.
Ne immagina le vite, ripensando al proprio passato, alle circostanze che lo hanno condotto ad emigrare.
Questo eroe dell’attesa, come lo definisce Hamid Skif, inizia allora un viaggio introspettivo ricordando la sua vita in Africa, il suo viaggio, in uno stile di andata-ritorno fra passato e presente, un discorso fra sé e sé che lo aiuta ad esorcizzare la sua paura. Questo è un sentimento onnipresente che si manifesta per ogni movimento o rumore strano, che l’accompagna di giorno come di notte; è la paura di essere trovato, di essere scoperto, la paura che lo spinge a vivere rinchiuso, con documenti falsi e cambiando nome come cambia lavoro.
Non deve esistere, non deve segnalare la sua presenza, rimanere invisibile in questa “geografia del pericolo”, una società cosiddetta democratica che diventa violenta contro quelli che non rispettano le legge delle frontiere.
Così, ritraendo questa società attraverso gli incontri del personaggio, dagli spietati contrabbandieri all’uomo che si prostituisce, dallo spacciatore all’informatore della polizia, dal torturatore al poliziotto corrotto, la galleria degli orrori che Hamid Skif dipinge ci sbalza con violenza inaudita in mezzo a quella parte di umanità terribile e patetica che un clandestino fatalmente trova sulla sua strada e che non lascia nessuno spazio ai sogni.