Olio toscano: 15 milioni di piante, 175 mila quintali ogni anno e arriva sulle tavole di Montecitorio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 gennaio 2007 22:59
Olio toscano: 15 milioni di piante, 175 mila quintali ogni anno e arriva sulle tavole di  Montecitorio

firenze- Si cucinerà con l’olio toscano da questo mese a Montecitorio. I ristoranti della Camera dei Deputati diventeranno infatti una vetrina speciale per promuovere e far conoscere i prodotti tipici dei più significativi territori del Bel paese, tesoro dei più piccoli comuni della penisola. Prodotti tutti italiani, tutti rigorosamente Dop ed Igp e punto di eccellenza della gastronomia nazionale: pasta, pane, salumi e formaggi che contraddistinguono l’identita di un territorio e ne animano spesso l’economia.

“E il primo di questi prodotti tipici a sbarcare sulle tavole del Parlamento – sottolinea l’assessore all’agricoltura della Toscana Susanna Cenni - sarà l’olio extravergine di oliva del Consorzio toscano, un olio ad indicazione geografica protetta che per il disciplinare assomiglia molto ad una Dop, toscano dalle olive raccolte fino al confezionamento. Sarà una vetrina importante”.
“La Toscana produce in fondo una quantità piccola di tutto l’olio imbottigliato in Italia, - prosegue l’assessore - ma ben più rilevante è il 40 per cento che riguarda gli oli certificati e di qualità.

Anche per questo oggi ho scritto al ministro dell’agricoltura perché l’olio toscano sia inserito nell’elenco dei prodotti a denominazione d’origine dell’Unione europea”. L’elenco compilato nel 1990 comprende infatti 41 prodotti: 14 sono italiani e solo due toscani, il prosciutto ed il Chianti.
Migliaia di etichette di vini, oli e formaggi rappresentano nel mondo l’immagine della Toscana, dove l’agricoltura non è solo produzione di alimenti ma anche ospitalità turistica, gestione del territorio e dell’ambiente.

“Ed è sulla strada della qualità e della biodiversità, - conclude l’assessore Cenni - investendo in innovazione ed opponendoci all’omogeneizzazione, che vogliamo giocare la nostra partita, ricercando una nuova competitività e rafforzando le filiere per presentarci con rinnovata autorevolezza”. “Portare i prodotti dei nostri territori in un luogo come Montecitorio - spiega Ermete Realacci, presidente della Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici alla Camera e promotore dell’iniziativa - vuol dire dare una ribalta di grandissima importanza ad una delle realtà più significative e vitali del Bel Paese, quella che anima le economie locali, che presidia il territorio e che rappresenta l’identità stessa della nostra nazione.

La difesa e la promozione dei prodotti tipici devono costituire un imperativo e l’olio toscano sarà il rappresentante di una regione che fa della qualità e dell’eccellenza bandiere fondamentali per lo sviluppo”. “Portare l’olio toscano nella cucina della Camera dei Deputati è un’iniziativa importante per affermare il modo di lavorare della nostra regione – aggiunge Marco Remaschi, presidente della commissione agricoltura in Consiglio regionale – Per la Toscana si tratta di un riconoscimento importante, non è un caso che il primo prodotto ad essere protagonista di questa iniziativa, in una vetrina importante come Montecitorio, sia proprio il nostro olio, da sempre indicato come prodotto di qualità, genuino e unico a livello mondiale.

La soddisfazione è doppia se pensiamo che la Toscana può vantare tantissimi altri prodotti della stessa qualità e tipicità”. Alla conferenza stampa a Palazzo Bastogi a Firenze hanno partecipato anche il presidente della commissione regionale ambiente Erasmo D’Angelis ed il presidente del Consorzio olio toscano Fabrizio Filippi, “orgoglioso due volte, come toscano e come produttore”.

Difficile immaginare un paesaggio collinare toscano senza olivi, più numerosi anche delle viti.

L’olivicoltura è presente in tutte le province toscane, anche se la concentrazione maggiore si ha tra Firenze, Grosseto, Arezzo e Siena, che da soli coprono oltre il 70% dell’intera superficie.
In tutta la Toscana si contano alla fine 97 mila ettari, 15 milioni di piante, 79 mila aziende ed oltre 400 frantoi. Se costante negli anni è rimasta la superficie coltivata, molto più sottoposta alle oscillazioni dovute all’andamento climatico è la produzione: 109 mila quintali di olio nel 2003, 275 mila nel 2004, 168 mila nel 2005.

Mediamente in Toscana si producono comunque ogni anno 175 mila quintali di olio di oliva. “E nella media - fa il punto Fabrizio Filippi, presidente del Consorzio toscano –rientra anche la stagione appena conclusa, che pure era partita con grandi aspettative nel momento della fioritura”. E’ solo il 3% dell’intera produzione nazionale, ma molto di più, almeno il 40 per cento, se si considerano solo Dop ed Igp, ovvero gli oli certificati e di maggiore qualità. Una partita da oltre 100 milioni di euro l’anno, che si affianca al florovivaismo olivicolo: 3 milioni di piante coltivate ogni anno, il 50% della produzione nazionale.



Varietà
Gli olivi non sono tutti uguali. Le varietà più diffuse in Toscana sono il frantoio, moraiolo, leccino, maurino e pendolino (90% di tutte le piante presenti). Accanto a questi ci sono comunque altre 60 varietà autoctone, iscritte nei repertori regionali tenuti dall’Arsia. Da ogni ettaro ad olivo si possono ricavare mediamente 180 chili di olio: un chilo e 200 grammi per ogni pianta, che uniti agli alti costi di raccolta e di produzione non sempre consentono, con prezzi di vendita tra gli 8 e i 10 euro, di chiudere il bilancio in attivo.



Import ed export
Nel 2004 la Toscana ha importato 383 milioni di euro di oli di oliva vergini ed extravergini e ne ha esportati, soprattutto negli Stati Uniti e in Germania, per 260 milioni, il 20 % dell’intero export agroalimentare toscano. Le importazioni, in gran parte dalla Spagna, superano le esportazioni. Un dato che conferma comunque la cultura dell’olio di oliva diffusa tra i consumatori della nostra regione e il grande uso che in Toscana si fa dell’olio in cucina e a tavola.



Dop ed Igp
Sono tre gli oli toscani a denominazione di origine protetta già registrati a livello comunitario: il Chianti Classico, le Terre di Siena e il Lucca. Per altre due Dop – Colline di Firenze (che interessano anche la provincia di Prato) e Seggiano – deve essere conclusa l’istruttoria europea, ma da due mesi il marchio già gode della protezione transitoria nazionale. In tutto fanno cinque Dop, che potrebbero presto diventare sette con le Colline di Pisa e i Colli aretini.

A queste si aggiunge il Toscano Igp, l’unico olio di oliva ad indicazione geografica protetta di tutta la penisola, primo per quantitativi certificati con oltre il 40% dell’olio Dop e Igp prodotto in Italia, completamente toscano dalla raccolta al confezionamento. Il 66,7 % dell’olio toscano Igp è finato nel 2003 sui mercati esteri.

Il consorzio toscano Igp
Il consorzio dell’olio extravergine di oliva toscano Igp nasce nel 1997 con lo scopo di tutelare e garantire la qualità e la peculiarità di un prodotto, il nostro olio appunto, già diffusamente conosciuto nell’intera penisola, ma al quale mancava un marchio che soddisfacesse consumatori sempre più attenti ed esigenti.

Naturalmente lo scopo è anche quello di garantire i produttori. Per questi motivi, per il crescente entusiasmo che accompagna dagli esordi l’iniziativa e per l’evidente successo economico le cifre che disegnano l’attività del consorzio sono in continua ascesa. I produttori superano i diecimila, 10.251 per l’esattezza stando ai dati del 2006, mentre i frantoi coinvolti sono 265 e la produzione di olio complessiva stimata supera i 18 milioni di chili. Ma il consorzio è una realtà economico-sociale assai più vasta e l’indotto che crea giustifica l’attenzione con cui si guarda ad un prodotto caratterizzante dell’economia rurale toscana.

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