FIRENZE- C’è chi ha inasprito l’addizionale Irpef e chi ha anche l’imposta sulla benzina. Molte Regioni hanno ritoccato l’Irap e altre hanno aumentato il bollo auto. E’ il quadro che emerge dall’inchiesta pubblicata oggi dal Sole 24ore, che sottolinea tra l’altro come aumentino le Regioni che ricorrono ai tempi supplementari per approvare manovre e bilanci di previsione per l’anno in corso: sei nel 2006 e dieci quest’anno, costrette almeno per alcuni mesi all’esercizio provvisorio.
Ma tra queste non c’è la Toscana.
“Noi – sottolinea il presidente della Regione, Claudio Martini – abbiamo approvato il bilancio entro la fine di dicembre: potremo così avviare da subito e su un terreno di piena certezza le nostre azioni per il rilancio dell’economia toscana. E gli aumenti e le nuove tasse poi – continua - sono stati pochi, selettivi e sempre più mirati, come saranno anche in futuro. Tra le Regioni a statuto ordinario siamo in vetta alla classifica del minor prelievo complessivo”.
La Toscana non ha introdotto l’imposta sulla benzina, come negli anni precedenti hanno fatto Campania, Liguria e Molise (da 0,015 a 0,025 euro per litro).
Per quanto riguarda poi l’Irpef, la Toscana non solo non ha ritoccato l’addizionale - come hanno fatto Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Molise, Campania e Sicilia – ma con il suo 0,9 si colloca nella fascia di prelievo più bassa. La leva fiscale ha operato in Toscana sul bollo auto (dopo ben nove anni, con aumento del 10 per cento, lo stesso applicato dalla Liguria) e con la rimodulazione delle aliquote dell’Irap. Resta ferma al 4,25 l’aliquota pagata dalla gran parte delle imprese L’imposta sulle attività produttive passerà invece dal 4,25 al 5,25 (il massimo previsto) solo per aziende petrolifere, autostrade, società di telecomunicazioni e attività di intermediazione immobiliare, e dal 4,40 al 5,25 solo per intermediari finanziari, assicurazioni e banche.
Sono invece confermate le agevolazioni previste fin dagli anni scorsi, tra cui quelle per le aziende socialmente responsabili e per quelle dotate di certificazione ambientale. Per le nuove imprese giovanili il prelievo sarà per tre anni del 3,75, mentre per le Onlus l’aliquota è del 3,25. Addirittura nessun prelievo è previsto per gli spacci di montagna che svolgano anche servizi di pubblica utilità.
“Il senso delle nostre scelte – spiega ancora Martini – è chiaro. Recuperare risorse destinate a progetti specifici di crescita senza deprimere il tessuto produttivo e anzi chiedendo di più a chi in questi anni ha goduto di rendite di posizione e tutelando le aziende manifatturiere, che più hanno sofferto la concorrenza internazionale.
Una linea che ha trovato un ampio consenso nella società toscana”.
«Lanciano il sasso del rinvio dell’aumento del ticket ospedaliero da 10 a 25 euro, ma intanto nascondono la mano piena di balzelli-pirata mai concertati né previsti. In questa maniera Martini e la sua giunta si beffano della pazienza e della buona fede dei toscani. E noi non mancheremo di chiedere lumi su un simile atteggiamento tramite gli strumenti istituzionali in nostro possesso». Sono dure le parole con cui il Presidente di Alleanza Nazionale in Regione Toscana Maurizio Bianconi commenta le notizie di un aumento del 4% della formula ‘Pegaso’ per il trasporto pubblico e l’intenzione ventilata di 'riorganizzare', spazzandole via, le esenzioni dai ticket.
«A questo punto – ironizza Bianconi – ci verrebbe voglia di chiedere alla giunta di fare qualcosa di sinistra. Infatti, per ora non si è fatto altro che pescare a piene mani dalle tasche di piccoli imprenditori ed artigiani, nonché di cittadini comuni. E ora, ecco che la scure del balzello selvaggio si abbatte sui pendolari, a cui il caro-‘Pegaso’ costerà in fondo all’anno svariate decine di euro, e sui malati in gran parte anziani finora esentati dal pagamento dei ticket sanitari.
E questa sarebbe la politica della socialità diffusa tanto sbandierata dal nostro governatore new global? Si salvi chi può».
«Del resto – riflette ancora il capogruppo di An in Consiglio regionale – certi comportamenti si allineano alla perfezione con quelli messi in atto dal governo Prodi: prendere a tutti, ma preferibilmente a chi ha e può di meno. E non per migliorare le cose, bensì per consentire ai soliti noti di tenere ben saldi il potere e la rete di controllo, così da essere in grado di elargire a tutti i clientes possibili i soliti sostegni.
Siamo al limite dell’incoscienza: il governo ha tassato tutto e tutti dicendo che mancavano i soldi e adesso, fra maggiori entrate e minori uscite, si trova qualcosa come 60 miliardi di euro in più al netto della Finanziaria; la giunta regionale aumenta le sue tasse senza effettivo bisogno ed i comuni, in questa regione quasi tutti di sinistra, aumentano l’addizionale e pongono vari e fantasiosi balzelli. E intanto – affonda Bianconi – diminuiscono i soldi per la sanità, i servizi, le opportunità.
Mai come questa volta ci sembra di essere piombati in mezzo a un gran brutto incubo. E non riusciamo a capire cosa realmente muova questo delirio che angustia i cittadini e ammazza la ripresa».