Pit e piano strutturale strumenti dello stesso progetto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 dicembre 2006 10:00
Pit e piano strutturale strumenti dello stesso progetto


del capogruppo dei DS Alberto Formigli, del consigliere e segretario unione comunale DS Michele Morrocchi e di Andrea Barducci, coordinatore della reggenza metropolitana dei DS

In questo momento storico il tema del governo del territorio e degli strumenti di pianificazione ad esso correlati ha assunto un rilievo centrale nelle politiche da mettere in campo per assicurare lo sviluppo, il rilancio e la tutela delle nostre realtà. Ciò ha consentito di avviare un dibattito regionale sulla applicazione della legge regionale1/05 e adesso è concentrato sul Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) e le sue connessioni col Piano Regionale di Sviluppo (PRS), mentre si sta definendo il quadro completo delle pianificazioni strutturali dei comuni toscani.

Si riparla finalmente di pianificazione, di processi che dettino le regole e consentano lo sviluppo sostenibile della Toscana, rispondendo ai bisogni in essere e capaci di assicurare nuove opportunità per il futuro. Questo processo è necessario oggi perché siamo convinti che il rilancio della regione abbia bisogno di un approccio nuovo. La sfida da cogliere è quella di far ripartire la Toscana, offrire una più ampia capacità di visione che consenta alla nostra regione di tenere il passo nella "competizione" tra sistemi territoriali sia in ambito nazionale che internazionale; una sfida che se non colta rischia di consegnare la Toscana ad un futuro "in ritardo". In questo quadro Firenze non rappresenta un capitolo a parte, il capoluogo deve dare il proprio contributo a questo processo, essere parte di questa innovazione.

Ciò è indispensabile per rispondere ai bisogni della città ma è anche essenziale per consentire uno sviluppo vero della regione. Vi è, in effetti, una ineludibilità di Firenze come centro del sistema regionale, del suo sviluppo, del suo futuro che non deriva da portati storici ma dalla complementarità dei bisogni e delle opportunità, oltre che dalla necessità di mettere in campo proposte nuove ed efficaci. Questo è il contesto nel quale muoversi e pertanto non è pensabile che ci sia uno strumento di pianificazione territoriale che si adatta all'altro: dunque non un Piano Strutturale che prevale sul PIT ma neanche un Piano Strutturale accessorio al PIT.

I due strumenti sono dunque complementi della stessa strategia di governo, che corrisponde al medesimo progetto di sviluppo. Un progetto comune sul quale i DS toscani sono fortemente impegnati come ha dimostrato il recente dibattito congresso regionale che è proseguito nella individuazione di strategie puntali per l'area fiorentina che saranno parte integrante della fase di definizione del Piano strutturale. I DS fiorentini avevano intrapreso gli approfondimenti necessari per la definizione di questo processo politico nelle scorse settimane e intendono oggi proseguirlo evitando quindi inutili contrapposizioni giornalistiche, dibattendolo nelle nostre organizzazioni, al fine di portare il proprio contributo a tutta l'alleanza di governo e successivamente nelle sedi istituzionali che dovranno approvare il Piano Strutturale.

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