Firenze, 21 Novembre 2006- La Regione Toscana acquisirà il 51% del capitale sociale della società consortile a responsabilità limitata ‘Logistica Toscana’, già costituita dalle Camere di commercio e da Unioncamere Toscana. Lo ha deciso il Consiglio regionale, approvando a maggioranza una specifica legge. Hanno votato a favore i gruppi della maggioranza di centro-sinistra e Rifondazione comunista. Contrari, invece, i gruppi del centro-destra. E’ stato il vicepresidente della commissione Territorio ed ambiente, Virgilio Simonti (Ds), ad illustrare il testo, sottolineando come le attività legate al trasporto, stoccaggio ed imballaggio delle merci abbiano assunto un ruolo sempre più rilevante nella moderna economia.
Da qui le previsioni del Piano regionale di sviluppo, che assume questo settore come una priorità per lo sviluppo, e le scelte operative del Piano regionale della mobilità, orientate allo sviluppo degli interporti, l’integrazione tra le imprese e la collaborazione tra pubblico e privato. Simonti ha poi messo in evidenza il lavoro fatto dalla commissione sulle modalità di designazione dei componenti e della formulazione degli indirizzi. E’ stato infine formulato uno specifico emendamento per coinvolgere il Consiglio nel processo di modifica statutaria.
“Faccio molta fatica a comprendere le ragioni per cui si aderisce ad una società di diritto privato, già costituita, non controllata e non controllabile, con compiti di studio e coordinamento propri del livello istituzionale” ha commentato Alberto Magnolfi (FI), annunciando il voto contrario.
Favorevole, invece, il voto annunciato da Eduardo Bruno (Comunisti italiani), secondo il quale è giusto un controllo pubblico su un settore così strategico, che ha bisogno di strumenti operativi.
Secondo Bruno sarebbe opportuno prevedere una sede diversa da Firenze, nell’area pisana o livornese.
Secondo Luca Paolo Titoni (Udc) siamo di fronte ad una scelta destinata a ripercorrere tutte le esperienze negative fatte da società pubbliche.
A tutti ha replicato il presidente della Giunta regionale, Claudio Martini, che ha ribadito l’impegno per il “piano di dimagrimento” e la riorganizzazione delle partecipazioni regionali, ma ha sottolineato tre aspetti: la necessità di un coordinamento “alto” fra competenze diverse per questo specifico settore; la necessità di dare attuazione ad un’esplicita previsione della legge regionale 70/2005, (Finanziaria 2006); l’esplicita richiesta avanzata dalle Camere di commercio.
“Non occupiamo spazi impropri – ha aggiunto – Seguiamo anche indicazione nazionale di fare della questione logistica una delle priorità delle politiche pubbliche”. In questo quadro Martini ha assicurato “una grande attenzione” sugli sviluppi dell’iniziativa.
“Per i nostri imprenditori questo si tradurrà in un aumento di costi” ha replicato Paolo Marcheschi (FI). “Una partecipazione minoritaria sarebbe stata sufficiente” ha aggiunto Giuseppe Del Carlo (Udc), preoccupato anche per l’insistenza sull’area Pisa-Livorno rispetto ad altre zone costiere.
E’ stato Aldo Manetti ad annunciare il voto favorevole di Rifondazione comunista.
Il consigliere ha ribadito l’importanza di una maggiore presenza del pubblico in un settore così strategico, utilizzando una società già esistente. Voto favorevole anche per il gruppo Verdi, il cui capogruppo, Mario Lupi ha sottolineato la necessità di prevedere un mandato di durata limitata per i consiglieri di amministrazione, in modo da favorire le opportune verifiche, visto che la società finora non ha prodotto il lavoro sperato. A suo parere la sede naturale è Livorno.
Il voto favorevole del gruppo Ds è stato infine dichiarato da Fabrizio Mattei.
“Non ci appassiona parlare di sedi – ha dichiarato – Ci interessa sapere quale sarà l’esito degli studi.
«La Società Logistica Toscana, che è una Società Consortile, ha lo scopo nobile e necessario di pianificare l’intermodalità nei trasporti. E questo, in un momento in cui l’intermodalità diviene essenziale anche per il comparto economico, avere una società che determina le strategie intermodali elaborando previsioni per gli assetti futuri è un fatto importante. Il fatto poi che il baricentro sia Livorno-Pisa è logico, poiché abbiamo da un lato il porto, dall’altro un grande aeroporto.
E’ evidente che poi gli effetti di un assetto logistico intermodale riguarda tutto il territorio regionale. Dunque, la società in questione è cosa buona. Con essa Unioncamere che le ha dato vita in forma consortile dimostra di adoperarsi attivamente per lo sviluppo della Toscana».
«Insomma: questa società esiste, è già costituita con tanto di strumento istituzionale vocato a fare queste cose… ma che c’entra la Regione? Di fronte a un meccanismo che esiste e proviene da un’istituzione privatistica come Unioncamere, perché la Regione? Semmai la Regione concerterà con essa, la interpellerà.
Invece no: voi volete che ci entri. Questo sembra del tutto antitetico a un ragionamento di autoorganizzazione del territorio, oltre che alle dichiarazioni di intenti per cui la Regione afferma di non voler entrare in nulla che non sia istituzionale. In teoria, a quanto pare».
«C’era un patto? Ok, prendiamo atto. Ma perché per onorare questo patto di partecipazione bisogna entrare in maggioranza? Questo lo so io: la giunta vuole il controllo politico della strategia intermodale, secondo un vero e proprio difetto concettuale.
E’ una cosa a mio parere fatta proprio male per modalità, finalità e metodo. Noi voteremo contro, ma chiediamo anche di avere una spiegazione».