Firenze – Non solo a Firenze un tessuto di operatori del restauro c’è, non solo è di particolare qualità, ma è perfino più ricco e vario di quanto si immaginasse. E ora che è stato identificato un primo nucleo di 170 soggetti grandi e piccoli, pubblici e privati, interessati a dar vita a un sistema cultural-economico integrato, diventa possibile immaginare una vera Città del Restauro, ossia una rete organizzata capace di promuovere lo sviluppo di un settore d’eccellenza, uno dei principali su cui l’Amministrazione Comunale intende fondare il futuro di Firenze.
Questa la sostanza di quanto l’assessore al Piano Strategico, Riccardo Nencini, e la soprintendente al Polo Museale Fiorentino, Cristina Acidini, hanno affermato oggi, presentando alla stampa il portale La Città del Restauro virtuale dedicato appunto a quanti, nell’area metropolitana fiorentina, operano nella conservazione e restauro dei beni culturali: enti pubblici, scuole, laboratori, imprese private, singoli esperti.
Partecipano al convegno molti dei maggiori esperti italiani del settore (Soprintendenze, Università, Cnr, Istituto Centrale del Restauro, Opificio, Regioni). Obiettivo: discutere sui risultati del progetto, confrontarli con analoghe esperienze in atto a Torino (Venaria Reale) o in fase di ideazione (Lombardia), acquisire i pareri di specialisti dei diversi settori (scientifico, operativo, formativo) e prefigurare i passi successivi.
“Abbiamo la prova”, ha spiegato Nencini, “che a Firenze un’economia del restauro esiste e che agli operatori preme entrare in una rete.
Razionalizzare il settore si prefigura dunque come una delle idee vincenti per la città. Gli assi strategici su cui puntare sono ricerca e formazione, da modulare sia per gli operatori pubblici che per i privati. Dobbiamo fare delle tecnologie del restauro un sapere diffuso e per questo il portale è strumento indispensabile. Quanto al convegno, è un’eccellente occasione per mettere a fuoco le caratteristiche della Città del Restauro, non più quella virtuale, bensì quella reale”.
E’ il momento giusto per affrontare la discussione, ha aggiunto Acidini: “Il censimento ha dato frutti più interessanti del previsto.
Dopo la messa in rete dei dati saranno probabilmente necessari aggiustamenti e integrazioni. Siamo apertissimi. Intanto abbiamo una fotografia del settore ricca e complessa, che non si limita alle quantità, ma definisce soprattutto la qualità di istituti e soggetti, descrivendone le varie specializzazioni. Chi vorrà far parte della Città del Restauro e a che titolo? Vedremo. Adesso dobbiamo capire come e in quale direzione fare le prossime mosse”.
La ricerca è stata realizzata sulla base di 3 settori di riferimento (Operatività, Formazione, Ricerca) e delle 13 Categorie per i Beni Mobili e Apparati Decorativi fissi dell’Architettura previsti dal Ministero dei Beni Culturali (manufatti in legno, pietra, metallo e tessuti, dipinti e sculture, ceramiche varie e vetro, materiale fotografico, strumenti musicali, eccetera).
Nel settore Operatività, oltre all’Opificio, hanno aderito 130 soggetti che hanno proposto un curriculum complessivo di oltre 900 incarichi e segnalato 300 specializzazioni; 55 restaurano dipinti su tela, 44 su tavola, 39 dipinti murali, 38 sculture lignee, 13 arazzi, 9 armature e via elencando.
Nella Formazione gli operatori aderenti, pubblici e privati, sono 13, con 80 percorsi di studio, dal restauro di disegni e stampe a quello di orologi d’epoca. Nella Ricerca 9 soggetti pubblici e 6 privati. Opificio, Università di Firenze e Cnr sono i leader per qualità e quantità di operatori. Nella Formazione è coinvolta anche la Provincia di Firenze.
Il sito è suddiviso in tre aree principali: 1) Città del Restauro, 2) Informazioni, notizie, eventi, 3) Forum e Strumenti. La prima fornisce notizie utili sugli operatori.
La seconda si articola in sottosezioni (News, Progetti, Restauri, Pubblicazioni, ecc.) utili per sapere quanto in materia accade nell’area metropolitana. La terza è uno spazio comune per discutere e scambiarsi informazioni. Il sito sarà periodicamente aggiornato.