21-11-2006- “La politica ci dica da che parte sta. In assenza di segnali chiari da parte del Governo, diserteremo il prossimo tavolo unificato”.
Questa la minaccia di Enrico Borghi, presidente nazionale dell’Uncem.
L’applauso dei partecipanti al summit di Torino sugli “Stati Generali della Montagna” ha sancito il clima che si è instaurato tra Uncem e Governo e non sono servite nemmeno le parole distensive del sottosegretario Pietro Colonnella a placare gli animi.
Eppure si dovrebbe capire che una guerra tra istituzioni non giova a nessuno.
Allora perchè Linda Lanzillotta (Ministro per gli Affari Regionali con delega per la montagna) e Vannino Chiti (Ministro per i Rapporti con il Parlamento) hanno disertato l’importante assise torinese dimostrando una noncuranza per i problemi della montagna?
E’ vero, nei giorni scorsi c’è stato uno scontro tra Enrico Borghi (presidente nazionale Uncem) e il ministro Lanzillotta a causa del mancato impegno del Governo ed inserire nel maxi-emendamento alla Finannziaria i contenuti di un accordo sottoscritto tra le parti il 10 ottobre scorso.
Però, non appare concepibile che si sia determinato uno strappo che potrebbe portare a conseguenze imprevedibili, ma certamente dannose per la montagna e per i suoi 11 milioni di abitanti.
Eppure il Governo dovrebbe capire l’importanza delle aree montane e la necessità di valorizzarne l’economia e l’associazionismo sul territorio - anche alla luce dei dati che il Censis sta fornendo sul PIL della montagna, secondo cui il valore aggiunto della montagna è aumentato dal 1999 al 2003 percentualmente dell’11,8 a fronte di una media italiana del 6,5 e l’incidenza sul PIL nazionale passata dal 16,1 del 1999 al 16,8 del 2003 - rimarcata nei saluti del Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, del presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta e del Sindaco di Torino Sergio Chiamparino.
Purtroppo l’assenza del ministro Lanzillotta è stato il filo rosso che ha legato gli interventi programmati ed ha determinato tra i presenti un clima di nervosismo, ironicamente colto dal Presidente della Regione Valle d’Aosta Luciano Caveri, che ha ricordato come gli Stati Generali storicamente costituissero l’annuncio della rivoluzione.
Almeno così la pensa anche la delegazione toscana al summit di Torino, composta da Oreste Giurlani (presidente Uncem), Stefano Tagliaferri (Presidente CM Mugello), Nicola Danti e Massimo Zazzeri (Presidente e vice della CM della Montagna Fiorentina).
Secondo Tagliaferri “bisogna uscire dall’ambiguità, perchè restarne dentro non giova a nessuno.
Basta vedere i danni di immagine già registrati con i tanti annunci fatti prima dell’approvazione della Finanziaria alla Camera”. Secondo Tagliaferri “bisogna saper congiugare insieme alle risorse il loro utilizzo e la dignità del lavoro che si svolge nelle istituzioni”.
E Oreste Giurlani aggiunge “sono rimasto sconcertato dalla mancata presenza del ministro Lanzillotta, perchè al di là delle polemiche non si può disertare un assise così importante per lo sviluppo della montagna e del paese intero.
Ne va di mezzo la governance di tutto il territorio nazionale”.