Marina di Carrara, 17 novembre - Ruolo dell'informazione e confronto sulle diverse posizioni in merito allo smaltimento dei rifiuti urbani. Se ne è discusso oggi a Marina di Carrara nel corso di “Dire&Fare”, IX rassegna dell'innovazione nella pubblica amministrazione, che si concluderà sabato mattina. Che cos'è innanzitutto l'atteggiamento Nimby? Se ne parla in tutti quei casi che riguardano la contestazione e l'opposizione di comitati locali di cittadini o di istituzioni locali alla realizzazione di grandi impianti.
“Le contestazioni riguardano per lo più impianti a rilevante impatto ambientale, quali i termovalorizzatori o le grandi infrastrutture viarie, vedasi il caso della TAV nell'Alta Val di Susa", fa presente Alessandro Beulcke, presidente dell'associazione Aris che ha lanciato più di due anni fa il Nimby forum, un osservatorio che monitora le attività dei comitati locali e l'informazione che la stampa e i media veicolano sull'argomento. Posizioni assolutamente contrarie alla realizzazione degli inceneritori sono state riportate dal professor Federico Valerio, ricercatore dell'Istituto Nazionale per la ricerca sul Cancro, che ha presentato dati e ricerche che lo portano a sostenere quanto la termovalorizzazione o l'incenerimento dei rifiuti, sia dannosa per la salute dei cittadini e per i bilanci pubblici.
"L'Italia è l'unico paese in cui si hanno sovvenzioni pubblici per la realizzazione di termovalorizzatori - dice il professor Valerio - Se si lasciasse la loro realizzazione al libero mercato, sicuramente se ne realizzerebbero un numero molto inferiore". La posizione delle imprese, espressa da Daniele Fortini, presidente di Federambiente, promotore insieme ad Anci toscana del Convegno, è stata comunque di apertura e di dialogo con la comunità scientifica che si oppone alla realizzazione dei grandi impianti.
"Nessuno nega che i grandi impianti di termovalorizzazione producano inquinamento - ammette Fortini - Data la situazione attuale comunque, mi sembra che l'incenerimento dei rifiuti urbani sia il male minore e che non si possa fare a meno dei termovalorizzatori". Di parere opposto il prof. Valerio, che propone impianti, già presenti in altri paesi europei, di minore impatto ambientale e soprattutto di minori costi di realizzazione, in cui la distruzione dei rifiuti avviene in modo organico tramite il lavoro di microorganismi.