Un'alluvione di interventi e di progetti che portano nuovo asfalto, cemento e deforestazione urbana: è questa la risposta che le giunte locali sanno dare all'ultima esondazione dell'Arno nel 1966, e a quella del Mugnone e del Terzolle nel 1992.
Firenze, una delle città più delicate del mondo, è assoggettata ormai da anni a processi di modernizzazione intensi e violenti. Per far posto ai nuovi assi di penetrazione automobilistica e ai nuovi servizi si aggiungono nastri di asfalto, si costruiscono o si ampliano sottopassi, cavalcavia, parcheggi, si progettano tubi sotterranei lunghi chilometri e paratie ciclopiche perpendicolari alle linee di flusso della falda freatica, in una girandola di progetti alcuni dei quali non arrivano neppure al capolinea.
O, se ci arrivano, le cronache attestano come...
Le aree ferroviarie, i contenitori dismessi, i preziosi vuoti urbani residui, vengono sistematicamente riempiti, saturati, densificati. Per far posto a questa modernità selvaggia si eliminano quantità rilevanti di verde, alberi storici, siepi, prati. La città perde i propri riferimenti visivi, i propri simboli, il paesaggio viene lentamente sfigurato, camion e betoniere scorrazzano allegramente sulle sue strade, è alterato lo stesso skyline della capitale della cultura, il cui centro storico è classificato come Patrimonio dell'Umanità Unesco World Heritage Site.
Birilli rosa e altri manufatti orribili arrivano a coprire e oscurare la torre di Arnolfo o la cupola del Brunelleschi. Sempre più invivibile per gli umani, in particolar modo i più deboli, i vecchi, i bambini e i diversamente abili, Firenze viene abbandonata dai suoi abitanti, inutili avanzi che sul futuro della città non conviene informare né consultare.
La prossima alluvione è già iniziata: l'urbanistica della scomposizione fa a pezzi l'identità di Firenze stravolgendone e ridisegnandone valori e funzioni.
Arriveranno mai a Firenze nuovi angeli del fango a spalar via i detriti sociali, culturali, economici e ambientali che lasciano e lasceranno dietro di sé le varianti e concessioni urbanistiche, un Piano Strutturale sordo e miope, e un meta-progetto tentacolare chiamato Alta Velocità, con due tunnel da Campo di Marte a Castello e una stazione faraonica sotterranea a ridosso del letto del torrente Mugnone?
Associazione di volontariato Idra