“La Giunta regionale ha dato avvio al percorso finalizzato allo scioglimento ed alla messa in liquidazione di Rea Spa”. Lo ha detto il vicepresidente della Giunta, Federico Gelli, leggendo in Aula il testo dell’informativa dell’assessore all’ambiente Marino Artusa (assente per impegni istituzionali a Bruxelles) concernete la società per azioni Rea (Regional energy agency), la società per azione pubblico-privata che opera nel settore dell’energia. La decisione è stata assunta per affetto della disciplina in materia di affidamenti “in house”, che ha prodotto un crollo delle entrate.
Per questo gelli ha detto che è necessario procedere allo scioglimento di Rea Spa “in tempi brevissimi, al fine di limitare l’ulteriore decurtazione del capitale sociale”. Rea Spa, costituita nel settembre del 2004 su promozione della stessa Regione Toscana, doveva operare in materia di risparmio e razionalizzazione delle risorse energetiche, dello sviluppo delle fonti rinnovabili e costituire supporto tecnico-conoscitivo per la pianificazione e per l’esercizio delle funzioni della Regione, degli Enti locali, e per gli interventi degli altri soggetti pubblici e privati nel settore.
Il capitale sociale di Rea Spa è così suddiviso: la Regione detiene il 60% delle azioni (per complessivi 310.800 euro); Tiesco Spa ed Enel distribuzione Spa detengono ciascuno il 9% (per 46.620 euro); Mps Bancaverde Spa, Cassa di risparmio di San Miniato Spa e Banca popolare dell’Etruria e del Lazio Scrl sono ciascuno titolari del 3% delle azioni (pari a 15.540 euro); Cispel Toscana Confservizi ha il 2% delle azioni (pari a 10.360 euro); Consorzio per lo sviluppo geotermico Srl, Edison Spa ed Eta Spa detengono ciascuno l’1% delle azioni (pari a 5.180 euro).
L’attività di Rea, come ha ricordato il vicepresidente della Giunta, non è mai decollata, ricordando che “essa ha prestato la propria attività quasi esclusivamente a favore della Regione nell’ambito del rapporto convenzionale”. La modalità di affidamento diretto previste dalla convenzione, però, “risulta a d oggi non conforme alla situazione di diritto” via via consolidatosi con la giurisprudenza comunitaria in materia di appalto cosiddetto “in house”. Il quadro normativo è ulteriormente mutato, in senso negativo per Rea Spa, con il recente decreto Bersani nell’articolo che contiene disposizioni contro le alterazioni del mercato e le condizioni di concorrenza.
“Se a ciò si aggiunge – ha aggiunto Gelli – che, secondo i più recenti orientamenti giurisprudenziali, le società in house devono reclutare personale mediante concorso pubblico e procedere all’affidamento dei lavori, servizi e forniture con procedure di evidenza pubblica, viene meno anche la caratteristica della snellezza operativa che avevano orientato la Regione in questo senso”. Da qui, la decisione di procedere allo scioglimento e alla messa in liquidazione della società, le cui funzioni saranno riallocate “presso gli stessi uffici regionali, nonché presso gli altri enti strumentali della Regione”.(mr)