Le esportazioni toscane in euro, a prezzi correnti, verso la Cina, ammontano oggi a 277milioni di €, mentre quelle italiane sono pari a 4.605 milioni di €; questo in un contesto toscano in cui si è registrata, nel periodo 2000-2005, una crescita dell’export verso la Cina del 76,9%, che a livello nazionale è stata invece del 93,5%. La Toscana, dunque, contribuisce con il 6% al totale delle esportazioni verso la Cina. L'IRPET ricorda che questi numeri, seppur meno accentuati dei dati nazionali, potrebbero sembrare incoraggianti, ma devono essere ridimensionati se si considera il peso del mercato cinese sul totale esportato dalla Toscana.
Ciò che vendiamo in Cina rappresenta, infatti, nel 2005 soltanto l’1,29% di tutto quello che la Toscana vende nel mondo. È evidente, quindi, come il peso della Repubblica cinese risulti, per ora, estremamente contenuto (anche più contenuto di quanto sia per l’Italia, 1,56%).
Sul totale esportato dalla Toscana nel 2005, le produzioni che hanno destinazione cinese derivano prevalentemente dal settore degli estrattivi ed energetici (10%del totale) -in cui sono incluse l’esportazione di pietre, presumibilmente marmo, e di concimi chimici-, delle pelli conciate, cuoio ed affini (6,50%), nei filati, macchine ed apparecchi meccanici (valori tutti prossimi al 2,5%), sostanzialmente in linea con le produzione “Made in Italy” che arrivano in Cina.
L'IRPET osserva che le province che maggiormente esportano verso la Cina sono Firenze, per un valore pari a 96 milioni di € a prezzi correnti, Pisa (circa 63 milioni di €) e Prato (circa 42 milioni di €). L’area fiorentina esporta soprattutto macchine ed apparecchi meccanici, estrattiva ed energetici, chimica; dal pisano si esportano pelli conciate, cuoio ed affini, mentre nell’area pratese predomina il mercato dei tessuti e macchine ed apparecchi meccanici.
Nel 2005, ricapitolando il quadro delle importazioni cinesi verso la Toscana, l'IRPET afferma che sono pari a 1.105milioni di € a prezzi correnti, legate soprattutto ai settori dei filati, confezioni e meccanica di precisione.
Le province dove maggiore sembra essere l’acquisto di prodotti cinesi sono Firenze (con 444 milioni di €), Prato (238 milioni di €), Pisa (94 milioni di €), e Pistoia (81 milioni di €).
Le informazioni relative alle importazioni permettono di considerare un dato rilevante: i saldi, sia in termini aggregati che a livello settoriale, risultano sostanzialmente negativi tra Toscana e Cina, anche se è necessario ricordare che le quote sulle esportazioni non sono pienamente attendibili, dal momento che vengono registrate sul luogo di arrivo delle merci e imputate direttamente alla regione di arrivo senza considerare quale sia l’effettiva regione che importa.
Questo di per sè indica una difficoltà del sistema regionale -le cui esportazioni nel 2005 sono rimaste sostanzialmente stazionarie con valori prossimi a quelli del 2000- a sfruttare l’enorme potenzialità del mercato cinese come canale di sbocco per le nostre produzioni. Il quadro appena tracciato conferma, dunque, la difficoltà regionale, ma anche nazionale, a “cavalcare” la crescita di una delle aree più dinamiche del globo.