Graziano Grazzini è morto ieri nel suo ufficio di Capogruppo nel Palazzo della Provincia. Aveva 50 anni, lascia la moglie e quattro figli. Ispirato dalla dottrina sociale della Chiesa Cattolica, tramite l’insegnamento di Don Luigi Giussani, aveva aderito a Forza Italia provenendo dalle file della Democrazia Cristiana. E' stato consigliere e vicepresidente del consiglio comunale in Palazzo Vecchio durante lo scorso mandato amministrativo. .
Il Presidente della Provincia Matteo Renzi ha appreso questa notte della morte di Graziano Grazzini.
“Il cuore che si è spezzato ieri – dice Renzi - è il cuore di una persona che sapeva amare, un cuore capace di apprezzare la dignità della politica, ma soprattutto di gustare la bellezza della vita. Prima che un avversario politico duro, rigoroso, ostinato ma leale, ho perso un amico. Oggi Graziano abbraccia ed è abbracciato dall’infinito di cui parla il titolo del meeting di Rimini di quest’anno. Graziano coglie oggi il mistero nel quale ha creduto. Sono vicino alla famiglia, alla moglie ed ai quattro figli”.
Il Presidente, raggiunto dalla triste notizia questa notte a Caorle dove si trova per la Festa nazionale della Margherita e da dove sta rientrando, ha disposto d’intesa con la famiglia l’allestimento di una camera ardente nella Sala di Luca Giordano in Palazzo Medici Riccardi, per l’ultimo saluto della comunità provinciale, a partire dalle 8.30 di domani e fino alle esequie religiose previste nel pomeriggio nella chiesa di San Salvi.
Grande commozione del Presidente del Consiglio regionale della Toscana, Riccardo Nencini, per la scomparsa di Graziano Grazzini, capogruppo di Forza Italia alla Provincia di Firenze.
Nencini lo ricorda come “un amico carissimo che aveva per Firenze un affetto e un sentire straordinari”. “Io non posso che rammentarne la vocazione di uomo pubblico, che ai valori di solidarietà e di civile convivenza dava la precedenza su tutti e ad essi informava la sua ‘milizia’ politica’’. “Ai suoi familiari, ai suoi amici e a tutti coloro che ne apprezzavano le doti di grande umanità va la nostra commossa partecipazione insieme a quella di tutto il Consiglio regionale”, ha concluso il Presidente.
Profondamente addolorato il sindaco Leonardo Domenici, che stamani è andato a casa di Grazzini per esprimere personalmente il suo affetto e il cordoglio alla famiglia.
"La notizia della scomprasa di Graziano è arrivata improvvisa e inaspettata, lasciandoci senza parole - dice il sindaco - Privandoci persino della forza per esprimere il dolore che abbiamo provato, per confidare alle persone che come noi lo conoscevano e lo stimavano, il senso di vuoto e di solitudine nel quale ci ha lasciati.
La sua perdita apre un vuoto nella politica cittadina. Ci sarà il tempo per ricordarne l'impegno politico, la passione civile, l'intelligenza di amministratore. Adesso però la memoria corre agli episodi che ce lo hanno fatto conoscere come persona sensibile e aperta; alla sua grande correttezza nei rapporti formali, cui sapeva unire la disponibilità e le doti possedute solo da chi apprezza il valore dell'amicizia e del rispetto delle idee degli altri. Scherzavamo sul fatto che in Consiglio comunale fossimo solo noi due ad essere nati nello stesso anno, trovando in questa coincidenza un qualche imperscrutabile segno del destino.
E ci divertivamo a commentare con impietosa autoironia le nostre qualità di calciatori, nelle partite giocate insieme. Graziano è stata una bella persona, bella come la sua vita, bella come la sua adorata famiglia: la cara moglie Giovanna, gli amatissimi figli Anna, Giulio, Francesco e il piccolo dolcissimo Gabriele. A loro va il mio commosso saluto, un abbraccio sincero e affettuoso, uniti al cordoglio di tutta la giunta, dell'amministrazione e della città di Firenze".
Il Vescovo ausiliare di Firenze, monsignor Claudio Maniago, ha commentato stamani, ai microfoni di Radio Toscana Network, la scomparsa del capogruppo.