FIRENZE- E’ iniziato l’incontro del ministro alle infrastrutture Antonio Di Pietro con il presidente Claudio Martini e la giunta regionale. Al centro del confronto i problemi legati alla realizzazione delle grandi opere. Alla riunione sono presenti anche per il Ministero alle infrastrutture Gaetano Fontana, capo dipartimento coordinamento dello sviluppo del territorio, personale e servizi generali, Maria Pia Pallavicini, direttore generale per le strade e autostrade, Michele Minenna, responsabile direzione lavori, Mauro Colletta, responsabile autostrade e trafori, Giuseppe Calcerano, consigliere.
Partecipano inoltre Ernesto Reali, direttore Siit Toscana-Umbria, Pietro Ciucci, presidente Anas, Mauro Moretti amministratore delegato Rfi, Giovanni Castellucci, amministratore delegato Autostrade per l’Italia, Maurizio Rotondo, dirigente area tecnica Aiscat, Salvatore Giuffrè, commissario dell’Autorità portuale di Livorno, Luigi Guccinelli, presidente dell’Autorità portuale di Marina di Carrara, Luciano Guerrieri, presidente dell’Autorità portuale di Piombino.
Alle 13.30 il ministro Di Pietro incontrerà i presidenti delle Province della Toscana, i sindaci dei Comuni capoluogo e i presidenti di Anci, Uncem e Urpt.
Alle 15.00 è previsto invece l’incontro di Di Pietro con i componenti del tavolo generale della concertazione (Associazione Industriali Toscana, Cna, Confartigianato, Casa Artigiani, Api Toscana, Coldiretti, Confcommercio, Confesercenti, Lega Coop, Associazione generale cooperative italiane, Cia, Confagricoltura, Conservizi Cispel, Confcooperative, Commissione pari opportunità, Organizzazioni sindacali, Associazioni ambientaliste).
“La questione infrastrutturale, di primaria importanza per la nostra regione, deve trovare una Toscana compatta che sulle grandi priorità sappia fare squadra e in questo modo dia forza anche alle questioni locali”.
Il presidente Claudio Martini ieri, durante la visita al Sidac delle Ferrovie, il simulatore dinamico di addestramento dove i macchinisti imparano il mestiere, ha colto l’occasione per ribadire la strategia della Toscana nella politica infrastrutturale. “Strategia che è caratterizzata da tre grandi architravi – ha spiegato - l’Alta velocità, il sistema autostradale e quello aeroportuale–portuale. Su di esse si innestano tutte le questioni specifiche. Per questo occorre fare un grande sforzo unitario e non sfrangiare l’iniziativa istituzionale in piccoli derby utili solo a indebolire le istanze e le azioni in nome di un localismo deteriore”.
Tanto più è valida la centralità dell’Alta velocità in quanto permette di riorganizzare il sistema ferroviario, risorsa su cui si concentrano importanti investimenti e grande opportunità per la regione che, tra l’altro, vede a Firenze l’esistenza di un centro di alta qualità, il Polo dell’Osmannoro, fatto di tecnologia, tradizione e professionalità. “Al presidente Prodi – ha proseguito Martini - abbiamo ribadito la necessità di istituire proprio all’interno del Polo l’Agenzia ferroviaria per la sicurezza.
La capacità tecnologica presente nella regione in ambito ferroviario, sia internamente alla Società delle Ferrovie dello Stato, sia esternamente, basti pensare ad esempio alle industrie del settore con la Breda in testa, le attività specialistiche e dell’indotto territoriale, la presenza di un polo universitario, l’attenzione congiunta delle forze economiche e sociali determinano le condizioni ideali per istituire l’Agenzia Ferroviaria per la Sicurezza, nel cui ambito potranno essere svolte tutte le attività di omologazione e certificazione del materiale ferroviario.
Sarà la conferma dell’indiscussa tradizione che ci distigue nel settore”. “Il polo tecnologico dell’Osmannoro – ha dichiarato poi l’assessore ai trasporti Riccardo Conti, anche lui presente alla visita al simulatore - è destinato a ricoprire un ruolo strategico non solo per l’area fiorentina ma per costruire in Toscana un polo ferroviario nazionale. Per questo, lo ripeto, vogliamo che il polo sia attivo 24 ore su 24 e non rimanga sottoutilizzato, ma diventi anche un luogo che raduni l’eccellenza ferroviaria toscana, capace di dare impulso a tutte le attività di sperimentazione e ricerca universitaria e sostegno alle imprese.
Non dimentichiamoci che il Polo non è fatto solo da ferrovie ma da un insieme di eccellenze ferroviarie che partono da Breda per dipanarsi nella rete di un indotto capillare, operoso e altamente professionalizzato”. “La nostra politica – ha concluso Conti - deve fare del Polo il centro propulsore di un’area dove si intrecciano tecnologia e ricerca e quindi una serie di eccellenze creative. E’ anche grazie ad un’atmosfera di fermento creativo che si possono far funzionare i treni. Lo sviluppo del servizio ferroviario comporta una rivoluzione della mobilità che si sposterà dalla gomma al ferro.
Lo stiamo lentamente portando avanti con l’obiettivo di arrivare a 500 mila passeggeri al giorno nel 2015”.
“I grandi progetti sulla riforma dei pendolari sono completamente sfumati -ha affermato capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Maurizio Dinelli- E’ rimasto solo Martini che tiene una conferenza stampa per pubblicizzare un modesto miglioramento sulla puntualità dei treni. Sono scomparsi i toni trionfalistici del 2002/2003 con i quali si annunciavano importanti cambiamenti nel servizio ferroviario ipotizzando un sistema più concorrenziale e quindi un cambio del gestore.
Conti ha rinnegato la sua volontà di fare un repulisti contro Trenitalia, più volte incautamente annunciato negli anni scorsi minacciando megamulte mai riscosse. E’ scomparso anche il progetto di potenziamento delle tratte ferroviarie! Conti si limita ad esultare per qualche fermata in più nella stazione di Signa (cosa molto positiva), tentando così di nascondere le chiusure di moltissime stazioni che ogni giorno creano enormi disagi ai pendolari. Le biglietterie chiuse e la mancanza di informazioni sui ritardi o le soppressioni dei treni sono solo alcune delle difficoltà che chi è pendolare come me prova ogni giorno.
Se questo è l’epilogo dell’annunciata rivoluzione del 2002 – conclude Dinelli –è proprio il caso di dire che “Tutto cambia perché tutto resti come prima”.