Cresce la popolazione, cresce il numero degli addetti nelle imprese. Sono questi i primi dati di “Chianti Monitor” dell’Osservatorio economico e sociale del Chianti voluto dalla Banca del Chianti fiorentino di San Casciano (Fi), che si avvale della collaborazione scientifica di Irpet.
«Vogliamo – spiega Andrea Bianchi, direttore generale della Bcf – rendere sempre più concreto il legame tra banca e territorio. Con l’Osservatorio vogliamo dargli un volto ‘operativo’ e ottimizzare così il rapporto di partnership banca-Chianti.
Con l’Osservatorio pensiamo di dare risposte a domande come cos’è il Chianti oggi, quali sono gli attori in grado di determinarne il futuro, quali sono i progetti, quali i problemi, quali le opportunità». «Lo scopo – continua Bianchi - è aiutare a comprendere ed interpretare l’evoluzione del tessuto sociale, i problemi dei giovani, del lavoro, adottare sia metodologie d’indagine di comprovata efficacia, sia confrontarsi con filosofie di analisi e strumenti nuovi per intercettare nuovi fattori di criticità e di sviluppo».
La popolazione conta cinquantaduemila abitanti con una densità di 136,6 abitanti per chilometro quadrato (la Toscana ha una densità di 156,5) e una crescita del 5% negli ultimi dieci anni dovuto prevalentemente al flusso migratorio (+8,4%) contro un saldo naturale di – 3%, ovvero sono maggiori i morti dei nati.
E per i prossimi anni le previsioni parlano di un aumento della popolazione del 2,6% da qui al 2013, mentre nella Toscana sarà soltanto dell’1,5% e nel resto della provincia di Firenze si fermerà addirittura allo 0,7%.
Della popolazione chiantigiana, una buona fetta è rappresentata da stranieri, il 6,1%, dato più alto della media toscana (5,4%) e in linea con il resto della provincia fiorentina (6,7%).
«Tra i nostri obiettivi – continua Andrea Bianchi – c’è il monitoraggio non solo dei fenomeni strettamente economici, ma anche di alcuni indicatori di carattere socio-culturale».
Il progetto interessa 31 Comuni, a cavallo delle province di Siena e di Firenze e del circondario empolese in quanto per l’analisi è stato tenuto conto dell’intera entità dei Sel (Sistemi Economici Locali) di appartenenza dei vari comuni e non solo di quelli dell’area Chianti.
«E’ – ha commentato Alessandro Petretto, direttore di Irpet – una collaborazione unica tra Banca del Chianti fiorentino e Irpet.
Lavoriamo ad un progetto per inquadrare l’area del Chianti attraverso la rappresentazione del proprio tessuto sociale, demografico e del sistema produttivo, allo scopo di far emergere, secondo una lettura di prospettiva, punti di forza e debolezza».
In questo tessuto sociale emerge che il tasso di attività, per la popolazione con più di 15 anni, è del 52% (61,6% per i maschi e 43% per le donne) quando in Toscana siamo al 49,4% (59,9 i maschi 39,8 le femmine) e in provincia di Firenze al 50,8% (60,2% gli uomini, 42,4 le donne).
Buono anche il tasso di disoccupazione per i giovani tra i 15 e i 24 anni in cerca del primo impiego. Siamo al 13,3% (maggiore per le donne, 17,5%) contro 19,7% della Toscana (24% le donne) e il 16,6% della provincia fiorentina.
Il pil del Chianti fiorentino incide per l’1,3% su quello della Toscana mentre maggiore è il peso delle esportazioni, 1,6% verso l’Italia e 1,4% verso l’estero.
Infine i dati sulle aziende. Il 92% rientra nella categoria piccole imprese (sono occupati 13.900 addetti) e soltanto l’8% (con 1.268 occupati) rientra nella fascia delle medie imprese.
Gli addetti, cresciuti negli ultimi anni del 4,2%, hanno visto una redistrubuzione tra i settori. Dal calo dell’industria (-7,5%) e del commercio (-0,8%) si è avuto un aumento degli altri servizi (32,4%). In particolare si sono registrati aumenti nelle costruzioni (18,9%), nelle strutture ricettive per il turismo (43,1) e nelle attività immobiliari (82%).