La sensazione immediata che si coglie nell'arte del maestro Joseph Sheppard è il movimento. E di pittore e scultore di forme in azione è appunto la qualità suprema della sua produzione. Da sabato 5 agosto a domenica 8 ottobre 2006, 33 dipinti, 12 disegni e 7 sculture sono la proposta del messaggio che egli intende diffondere, per convinzione e per amore solidale con l'umanità che soffre, dalla prestigiosa sede del Palazzo Mediceo del Comune di Seravezza. Tanto i critici come Maria Giovanna Carli, Giorgio Soavi, Tommaso Paloscia e Giuseppe Coluccia hanno scritto sul valore e sull'attualità dell'arte di Sheppard, ma questa tappa di Seravezza è una conferma del gradimento dell'arte del maestro di Maryland così radicata nel reale, dentro il tessuto della storia e del costume contemporaneo, considerati fonte di nuove ricognizioni ed epifanie di dolente verità che viene su a colpire lo sguardo e la coscienza del visitatore. E' fin troppo conosciuto l'abisso che separa gli uomini, degradandoli a merce e numeri, nel lavoro e nelle macchinose sovrastrutture di una società che inalbera il capitalismo a forma di benessere e di civiltà.
I poveri, gli umili, i "dannati della terra" praticamente diventano schiavi di un sistema di sfruttamento, dove anche i bambini e gli adolescenti vengono brutalmente sfruttati nel lavoro nero ma ancor peggio nell'arruolamento indiscriminato della milizia e della guerriglia. In mano ai ragazzi spesso non c'è la vanga o la squadra, ma il mitra. Sono forme di sopraffazione dell'uomo sull'uomo nel mondo. Sono crudeltà che degradano. E giustamente, l'arte di Sheppard, movendo dagli angoli della terra, lancia la denuncia.
E' un tema che la sensibilità sociale del Maestro Joseph Sheppard mette in tutta la sua evidenza. Il suo realismo, chiaramente non resta bloccato nella contingenza delle sperequazioni sociali; rende alle problematiche sociali un valido servizio, ma intende anche trascenderle, là dove la bellezza, la tenerezza, la sensualità e la meraviglia, la malinconia anche della vita costituiscono la convergenza dell'arte come convergenza del reale riscoperto e prediletto. Gran parte di questo realismo sheppardiano, fissate bene le coordinate, emana dall'esperienza e dall'estetica fiamminga del Seicento, con Rubens, Hals e van Ostade, o col nostro Tintoretto, Della Francesca. La tela di Sheppard è sempre piena di forme in movimento, di corpi pieni di vitalità o gravati dal dolore o provati dal destino.
Scenari di distruzione subentrano a scenari più sereni, temperati dal pensiero meditabondo del maestro. Anche la scultura di Sheppard vibra di armoniosi rapporti di volume e di levigatezza: grazia ed energia vivono nella fuga di profili fisici dove la luce e l'ombra stanno in rapporto di studiati equilibri, di eloquenti simmetrie. Alcuni dipinti valgono bene come rievocazione o poema contadino e campestre. Il linguaggio di Sheppard in questo è spesso allusivo, e compiacente. L'operazione pittorica di Sheppard ha un raffinato senso della visione - si direbbe dell' "ottico" - più che dell'intellettuale, l'empiria previene la meditazione, la sensazione è vigorosa e invade gli spazi. Alcuni di questi elementi sono visibili e godibili nel disegno a carboncino "Maternità Solidale".
Il Maestro Sheppard ha donato dell'associazione di volontariato questo disegno che verrà messo all'asta durante l'inaugurazione della mostra, partendo da una base d'asta di 10.000 dollari USA. Partecipano alla mostra anche la famosa fotografa Graziella Vigo, la quale assieme alla Signora Carol Faison presidente dell'associazione di volontariato Care & Share di Venezia che si occupa direttamente di migliaia di bambini diseredati nello Stato Indiano dell'Andhra Pradesh, praticando in particolare l'adozione a distanza.