"Delegando l’assessore al bilancio ad illustrare il rendiconto di gestione per il 2005, Renzi rinuncia – affermano Sandro Targetti, Lorenzo Verdi e Andrea Calò– ad esporre la sua valutazione sull’efficacia dell’azione prodotta, oltre che in termini finanziari, economici e patrimoniali, anche in termini politico-programmatici.
Il Consiglio provinciale era stato anticipato da una autocelebrativa conferenza stampa, nel corso della quale egli ha messo più l’accento sulle cose che farà che sui risultati concreti ottenuti finora.
Stesso cliché: critica al precedente governo nazionale salvo averne applicato in tutti i modi i vincoli (vedi patto di stabilità), scarno elenco degli investimenti realizzati, un’esposizione tutto sommato scarna e priva di idealità, sullo sfondo rimane la perdita di un progetto politico saldato ai bisogni sociali e all’emergenze ambientali. nessun accenno ai risultati conseguiti in termini di sostenibilità/equità/solidarietà, né tanto meno alle condizioni socioeconomiche che attanagliano la Provincia (aumenta la precarietà del lavoro, la disoccupazione, la povertà e le disuguaglianze), alla qualità dei servizi, alle problematiche ambientali, alla gestione del territorio, alla partecipazione democratica alla cosa pubblica.
Mezzo miliardo di euro non spesi stanno a testimoniare il basso profilo dell’azione della giunta Renzi ed il fallimento delle politiche da essa messe in atto.
C’è stata grande attenzione sulle spese relative alle funzioni generali e di amministrazione (oltre il 70% dei pagamenti) a scapito di quelle legate allo sviluppo economico (16%), al settore sociale (48%), alla tutela ambientale (43%) ed ai trasporti (51%), rispetto alle previsioni iniziali. invece di privilegiare le funzioni che direttamente influiscono sulla qualità della vita dei cittadini, si è preferito spendere risorse ingenti per l’impianto burocratico–amministrativo dell’ente.
I residui passivi ammontano a circa 6 milioni di euro, che vanno a confluire negli oltre 50 milioni di euro di impegni di spesa mai effettivamente realizzati.
Ma quello che più preoccupa è il dato di modalità di gestione delle varie funzioni. fino ad ora il presidente ha privilegiato la sua interlocuzione con poteri forti (vedi Assindustria e grossi imprenditori), mostrando una grande attenzione ad effettuare investimenti in società di capitale, che nel corso degli anni si sono dimostrate gestioni negative. Abbiano nei fatti un’amministrazione provinciale ad un’unica dimensione: quella del profitto, mentre si è completamente persa di vista la dimensione sociale e solidale dell’ente locale.
La rivoluzione annunciata dal presidente Renzi non è altro che protagonismo, a cui non corrisponde quel cambiamento richiesto dal Prc per un rinnovato ruolo pubblico della Provincia sui temi centrali del lavoro, dell’ambiente, dei rifiuti, dei trasporti, della pubblica istruzione, dove cresce la distanza dalle rivendicazioni che salgono dalla società, prima fra tutte quella che chiede un’alternativa all’incenerimento nel trattamento rifiuti.
Per questi motivi Rifondazione Comunista conferma la propria opposizione.
Ancora una volta costruire l’Unione nella Provincia di Firenze rappresenta un terreno di lotta politica nei confronti dell’amministrazione Renzi".