Due musicisti e uno scrittore, provenienti da esperienze molto diverse, per raccontare la storia del Mediterraneo, attraversato da pirati e corsari di ieri e di oggi. Mare e cielo azzurri segnati da una storia nera e grottesca di conquiste, saccheggi, alleanze e tradimenti: è “I cristiani di Allah”, il reading/spettacolo dello scrittore Massimo Carlotto - tra i più celebrati autori di noir delle ultime generazioni, molto apprezzato anche all’estero - in scena insieme a Maurizio Camardi e Mauro Palmas, giovedì 29 giugno alle ore 21,30 alla Villa Medicea di Poggio a Caiano per Festival delle Colline 2006.
Testo e musiche si fondono, spaziando tra ricerca storica e cronaca, tra sonorità rivisitate e nuove, per raccontare storie di flotte e di uomini, di città e coste, di cristiani e mussulmani come mondi contrapposti e perennemente in conflitto. Vicende poco note o addirittura sconosciute ma di incredibile forza e bellezza. All'incirca dalla fine del 1500 fino al diciottesimo secolo, molte migliaia di europei, uomini e donne si convertirono all'Islam. Non solo schiavi catturati dai pirati barbareschi, che scelsero l'apostasia per migliorare le proprie condizioni di vita, ma anche masse di derelitti fuggiti dalle coste della Spagna e dell'Italia meridionale che si rifugiarono ad Algeri, Tripoli e Tunisi alla ricerca di quel riscatto sociale che in patria era stato loro precluso.
Un fenomeno a senso unico. Le conversioni di mussulmani al cristianesimo furono decisamente poche e accuratamente enfatizzate nelle cronache dell'epoca. I rinnegati, chiamati Cristiani di Allah, furono un elemento fondamentale del progresso economico, commerciale e militare degli stati Barbareschi. Per lunghi anni la corte di Tunisi, a parte il Dey, fu dominio esclusivo dei rinnegati. Molti di loro tornarono poi in patria, più o meno volontariamente, ritornando cristiani. I Cristiani di Allah diventarono persone-confine, costituendo una sorta di spazio neutro tra i due mondi che guerreggiavano per il controllo del Mediterraneo, con situazioni personali confuse od occultate dal punto di vista religioso.
Anche se i trattati diplomatici imponevano che l'abiura fosse prima sottoscritta di fronte alle rappresentanze consolari cristiane, è evidente che la "qualità" della scelta riguardava più le aspirazioni materiali che quelle dello spirito.
Questo spettacolo nasce dalla convinzione che solo la conoscenza reciproca può incrinare le certezze scellerate dei fondamentalismi e aprire la strada alla convivenza e al rispetto. E come scrittori e musicisti avvertiamo il dovere di raccontare "l'altro" per non continuare a temerlo e a trattarlo come nemico.
FESTIVAL DELLE COLLINE 2006, I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Festival delle Colline 2006 è organizzato dal Comune di Poggio a Caiano in collaborazione con la Provincia di Prato, i Comuni di Prato, Carmignano e Cantagallo, il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Regione Toscana e Associazione Toscana Musiche.
Festival delle Colline continua, alla Villa Medicea di Poggio a Caiano, lunedì 3 luglio, con la musica d’autore di Patrizia Laquidara. Giovedì 6 luglio, alla Fattoria di Bacchereto (Carmignano) i Violini di Santa Vittoria, lunedì 10 al Castello dell’Imperatore (Prato) la fanfara macedone Earth Wheel Sky Band. Mercoledì 12 all’Anfiteatro del Centro Pecci (Prato) proiezione del film “The Wild Blue Yonder” di Werner Herzog con musiche dal vivo di Reijseger, Sylla ed i tenores sardi di Orosei.
Giovedì 13 a Villa Novellucci (Cantagallo) Gianmaria Testa e Gabriele Mirabassi. Gran finale venerdì 14 al parco Martini di Seano con i berlinesi Stereo Total ed i dj di Controradio.