La scultura all’epoca di Pio II: a Siena una grande mostra dedicata al papa umanista

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 giugno 2006 15:31
La scultura all’epoca di Pio II: a Siena una grande mostra dedicata al papa umanista

22 giugno 2006- “La rinascita della Scultura: ricerca e restauri”. E’ questo il titolo della mostra che si svolge, fino a domenica 8 ottobre, negli spazi di palazzo Squarcialupi nel complesso museale del Santa Maria della Scala a Siena. Qui verranno presentati al grande pubblico i restauri di alcune opere, commissionate da Pio II ed eseguite intorno alla metà del Quattrocento da alcuni dei più grandi artisti dell’epoca: da Donatello al Vecchietta fino ad Antonio Federighi. La città di Siena, che accolse Enea Silvio Piccolomini negli anni giovanili nel suo studium e poi dal 1450 al1457 come vescovo, rende così omaggio al Papa umanista (1458 – 1464) con un’esposizione a carattere storico artistico.

La mostra, collegata direttamente alla quella in svolgimento a Pienza dal titolo “La rifondazione umanistica dell’architettura e del paesaggio”, consentirà ai visitatori di approfondire il pensiero di Enea Silvio Piccolomini attraverso un articolato percorso nella storia, nell’arte e nell’architettura che coinvolge sia Siena che Pienza, la città ideale della Val d’Orcia.

La mostra di Siena si inquadra in un progetto più ambizioso, che va al di là dell’evento espositivo stesso e che privilegia l’aspetto conservativo delle opere d’arte, che vengono presentate, per la prima volta al pubblico, dopo un accurato restauro.

Tra le opere più significative e oggetto dell’esposizione ci sono i capolavori di Donatello che, già presente in città negli anni venti, inviò successivamente i suoi lavori a Siena e vi soggiornò tra il 1457 e i primi anni Settanta per realizzare incarichi di primo piano per la Cattedrale come il bronzeo San Giovanni Battista, la marmorea Madonna del perdono e il bassorilievo Sepolcro terragno del vescovo Pecci. Questi capolavori hanno segnato, per la loro bellezza ed originalità, la storia dell’arte e l’opera di tutti gli scultori senesi che si impegnarono a replicare la straordinaria lezione di Donatello.

Lorenzo di Pietro detto Il Vecchietta è un altro dei protagonisti della mostra senese. Il grande pittore, orafo e scultore ebbe un ruolo determinante nel diffondere e consolidare le novità rinascimentale e donatelliane nell’ambiente artistico cittadino. Fra le sculture esposte spicca la statua marmorea di San Pietro eseguita per la Loggia della Mercanzia (1458-1459) e il gigantesco Ciborio eucaristico dell’altare maggiore del Duomo (1467-1472), realizzato in una fase più matura e considerato un capolavoro di architettura, scultura ed oreficeria.

Il Ciborio, smontato e restaurato in occasione della mostra, sarà ammirato da vicino, per la prima volta dal grande pubblico.

Nel corso della sua vita Pio II apprezzò particolarmente l’opera di Antonio Federighi, cui commissionò alcuni lavori architettonici e scultorei importanti come le Logge del Papa e il monumento funebre dei genitori. Il marmoreo San Vittore della Loggia della Mercanzia e i clipei a conchiglia con le effigi di Silvio Piccolomini e Vittoria Forteguerri, provenienti dalla chiesa di San Francesco, sono alcuni dei lavori di Federighi presenti in mostra e che rivelano la forte impronta anticheggiante e il “classicismo” pieno di pathos, quasi alternativo alla scultura d’impronta donatelliana.



“La rinascita della scultura: ricerca e restauri” è stata anche l’occasione per eseguire alcuni restauri di importanti opere d’arte collocate a Siena e a Pienza. Tra queste spiccano le due acquasantiere di Antonio Federighi del Duomo di Siena; la colonna commemorativa dell’incontro all’antiporto di Camollia tra l’imperatore

Federico III di Asburgo e la futura moglie Eleonora di Portogallo d’Aragona, che avvenne il 24 febbraio 1452 sotto l’egida di Enea Silvio Piccolomini, allora vescovo di Siena; le pale d’altare con cornice rinascimentale “all’antica” di Matteo di Giovanni e di Sano di Pietro per la nuova Cattedrale di Pienza; il coro ligneo ed i libri di coro, ordinati da Pio II per la stessa chiesa.



La mostra di Siena potrà essere visitata tutti i giorni, compresi sabato e domenica, dalle ore 10.30 alle ore 19.30. Il biglietto intero ha un costo pari a 7 euro mentre il prezzo del tagliando ridotto è di 5 euro. I visitatori potranno inoltre scegliere di acquistare un biglietto integrato Siena-Pienza, comprensivo degli ingressi alle mostre e pari a 12 euro per l’intero e a 10 euro per il ridotto.

L’esposizione “La rifondazione umanistica dell’architettura e del paesaggio” a Pienza rimarrà aperta tutti i giorni, festivi compresi, dalle ore 10.30 alle ore 19.30.

Il prezzo di ingresso è di 7 euro, 5 euro il costo del tagliando ridotto. Il biglietto consente l’accesso anche al giardino e al museo del Palazzo Piccolomini e la riduzione per l’ingresso al Museo Diocesano di Pienza.

“Pio II la città e le arti” è promossa dall’Amministrazione Provinciale di Siena, dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico-Artistico ed Etnoantropologico di Siena e Grosseto, dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio di Siena e Grosseto, dal Monte dei Paschi di Siena, dall’Istituzione Santa Maria della Scala, dalla Società Esecutori Pie Disposizioni, dal Comune di Siena, dal Comune di Pienza,dall’Arcidiocesi di Siena, Colle di Val d’Elsa, Montalcino, dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, dall’Opera della Metropolitana di Siena, dalla Fabbriceria della Cattedrale di Pienza, dall’Università per Stranieri di Siena e dall’Archivio di Stato di Siena.

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