"Nella legge di regolamentazione del settore devono essere introdotti due nuovi principi sostanziali: la responsabilità oggettiva del committente ed una strategia dei controlli mirata verso tutta la filiera della movimentazione delle merci su strada. La norma può e deve essere migliorata sul versante contrattuale, sulla disciplina delle immatricolazioni e su altri temi che riguardano procedure e burocrazia. Chiederemo al Governo un provvedimento transitorio in attesa della modifica, ma teniamoci pronti: se il Governo non manifesta la volontà di intervenire, saremo costretti a ritornare ai vecchi sistemi”.
Con questa affermazione decisa il presidente nazionale Cna Fita, Franco Coppelli, ha chiuso il convegno sulla riforma dell’autotrasporto e le nuove regole per gli imprenditori del settore che si è svolto a Prato il 17 giugno scorso.
Il convegno, organizzato da Cna Fita Toscana, a cui hanno partecipato un centinaio di autotrasportatori, è stato anche l’occasione per affrontare le difficoltà del settore.
“Adeguamento delle infrastrutture stradali ed autostradali, – ha detto il presidente Cna Fita Prato, Romano Bracci, aprendo i lavori- nuove aree di sosta e di parcheggio, ma anche un sistema viario caotico: questi sono alcuni fra i principali nodi per l’autotrasporto in Toscana”.
“La concorrenza selvaggia degli autotrasportatori stranieri, la debolezza contrattuale nei confronti dei committenti, l’aumento dei costi (basti pensare a gasolio e autostrade), la diminuzione della domanda legata alla crisi economica sono tutti elementi che pesano fortemente sulle nostre imprese – ha ribadito il presidente Cna Fita Toscana, Giuseppe Brasini - e che la legge di riforma dell’autotrasporto non ha affatto risolto, anzi.
L’obiettivo della Fita è una regolamentazione del settore che non scarichi tutte le responsabilità sull’autotrasportatore, contrasti la concorrenza sleale, lo metta in condizione di lavorare nella sicurezza e legalità e con un compenso adeguato. Chiediamo anche l’istituzione di un organo di polizia specifico per il trasporto che abbia il compito di sottoporre ad ispezione anche la concorrenza”.
“La riforma è un flop annunciato – ha aggiunto Maurizio Longo, responsabile Cna Fita Nazionale - non aiuta le imprese a raggiungere una maggiore capacità contrattuale nei confronti della committenza, anzi la diminuisce rispetto al vecchio sistema delle tariffe a forcella.
Con tale riforma, di fatto, l’autotrasporto ha perso una grande opportunità, quella cioè di recuperare i costi direttamente dal mercato evitando così di bussare a cassa al Governo di turno per chiedere risorse per la sua sopravvivenza”.
“Ed è anche indispensabile – continua Longo - un adeguamento degli strumenti fiscali per il controllo dei vettori esteri che fanno cabotaggio stradale in Italia; al momento tolgono lavoro alle nostre imprese, non sono individuati dal fisco e non conosciamo la dimensione del fenomeno.
Anche la Grecia ha approvato una norma che prevede un regime fiscale per il cabotaggio stradale mentre nel nostro Paese manca la volontà politica”.
Sulla riforma dell’autotrasporto è intervenuto anche l’avv. Fabio Di Mita, del Ministero dei Trasporti, che ne ha illustrato contenuti e obblighi per gli autotrasportatori; la normativa e il funzionamento del tachigrafo digitale è stata illustrata da Alessandra Procesi di Uniocamere e Dario Allievi, Siemens VDO Trading.