Firenze, 15 giugno 2006- Dal gelo di fine maggio al caldo esploso in questi giorni, il passo è breve. Troppo, almeno per alcune delle coltivazioni di maggior pregio dell’area fiorentina.
“L’imprevedibilità delle condizioni climatiche di questi ultimi mesi – spiega Simone Tofani, responsabile del Settore tecnico della Cooperativa Agricola di Legnaia -, stravolgendo il normale andamento stagionale, ha messo in crisi l’agricoltura. Dopo i problemi con il freddo, adesso ci troviamo a fare i conti con il repentino arrivo dell’estate.
A soffrirne sono in particolare gli ulivi. Le piante erano in ritardo con la mignolatura o fioritura per le temperature rimaste a lungo sotto le medie e ora, con l’improvviso arrivo del caldo, rischiano una caduta prematura delle olive. Per riequilibrare il corso naturale sarebbero servite temperature fresche per alcuni giorni, invece punte che sfiorano o superano i 30 gradi lasciano presagire effetti disastrosi sull’olivicoltura e sulla futura produzione di olio, sia per quantità che per qualità”.
Problematica anche la situazione per il grano, coltivato su molti ettari di terreno nella piana di Prato e Sesto Fiorentino e in Mugello.
“Il clima pazzo – ammette Tofani – ha favorito il manifestarsi di problemi fitosanitari e a malattie come la ‘ruggine’, che possono far seccare la pianta o, comunque, condizionare in negativo la qualità della produzione. Sono problemi legati alla troppa pioggia e al freddo, con semine in ritardo, e poi all’arrivo del caldo che, così repentino, impedisce l’allegagione della spiga”.
Dai problemi non sembrano esenti neanche i vigneti. “Una ricognizione in alcune zone di produzione – riconosce Tofani – ha evidenziato gravi carenze nutrizionali delle piante, anche questi in buona parte connessi al clima. In questo caso bisogna intervenire con concimi foliarii, soprattutto potassio, per riportare l’equilibrio entro la fine di giugno, in modo da garantire la qualità e la quantità della prossima vendemmia. Di positivo c’è che, per adesso, non ci sono problemi con la peronospora”.