Publiacqua: interrogazione di Checcucci e Cellai (AN) sulle condizioni economico-finanziarie e la riorganizzazione interna del gestore del servizio idrico integrato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 giugno 2006 09:58
Publiacqua: interrogazione di Checcucci e Cellai (AN) sulle condizioni economico-finanziarie e la riorganizzazione interna del gestore del servizio idrico integrato

Condizioni economico-finanziarie e riorganizzazione interna del gestore del servizio idrico integrato Publiacqua. Situazione di depurazione e potabilizzazione dell'acqua dopo i 2,1 milioni di euro di sanzione da parte dell'ATO, l'autorità di ambito al gestore. Questi gli argomenti al centro dell'interrogazione che i consiglieri di Alleanza Nazionale, Gaia Checcucci e Jacopo Cellai, hanno presentato al sindaco Domenici. «Esprimiamo preoccupazione - scrivono nel documento - per la mancata trasmissione di informazioni, da parte di Publiacqua, che non consente all'ente d'ambito di esercitare quel controllo di gestione, che è l'unica attività in grado di permettere la verifica del rispetto del contratto di servizio da parte del gestore, e per gli insufficienti standard organizzativi ed il mancato raggiungimento degli standard di servizio e le carenze di servizio».

I due consiglieri vogliono chiarimenti anche per quanto riguarda «una riorganizzazione interna che starebbe avvenendo nell'azienda, ed in particolare - ha sottolineato Gaia Checcucci - di una divisione dell'attuale settore per la potabilizzazione/depurazione, ad oggi insieme, in due settori distinti con relative posizioni dirigenziali assegnate "ex novo" alle due divisioni». Altra questione posta dai due esponenti del centrodestra è la conferma di quelle informazioni che «porterebbero ad una distribuzione del personale che lavora al depuratore di San Colombano nei Comuni del Chianti, con una prevedibile compressione dei turni che attualmente vengono fatti all'impianto per ridistribuirli altrove e con le comprensibili conseguenze negative che potrebbero derivarne in termini di servizio e sicurezza».

Inoltre c'è la vicenda depurazione e potabilizzazione dell'acqua e le decisioni dell'amministrazione per tutelare i cittadini, dato che «l'impianto di depurazione non è ancora completato e l'attuale collettamento - si legge nell'interrogazione - lascia fuori dalla depurazione gli scarichi in Arno di circa 150.000 abitanti con preoccupanti livelli di qualità delle acque reflue e ciò potrebbe avere pesanti ripercussioni sulla qualità di potabilizzazione delle acque stesse». Gaia Checcucci e Jacopo Cellai hanno poi rilevato che «l'aumento del 6,7% annuo della tariffa rispetto al piano tariffario originario determina una tariffa nell'anno in corso pari a 1,44 euro e 1,50 per il 2007».

La loro richiesta è di «rivedere la tariffa, a cominciare dal prossimo triennio, eliminando la parte del canone di concessione, per l'utilizzo delle infrastrutture da parte del gestore, che non riguarda i mutui pregressi e non trasferiti al gestore. Questo canone, non previsto dall'attuale metodo tariffario, non può rappresentare un aggravio in tariffa, perché - puntualizza ancora Gaia Checcucci - con la sua incidenza per metro cubo, dieci volte maggiore rispetto ad altre città e regioni italiane, fa aumentare la bolletta di 0,25 euro al metro cubo i primi cinque anni, 0,26 fino al decimo anno e 0,30 fino al ventesimo, ed i cittadini hanno già pagato le reti con la fiscalità generale».

Per questo bisogna «imputare le spese per il funzionamento dell'autorità d'ambito - si legge nel testo dell'interrogazione - a risparmi di spesa che l'amministrazione dovrà essere in grado di effettuare, dato il loro piccolo importo, e non alla tariffa sotto le spoglie del canone di concessione». I due consiglieri di AN hanno anche presentato una mozione che impegna il sindaco a «rivedere la tariffa così come definita a cominciare dal prossimo triennio, eliminare dalla sua composizione quella parte del canone di concessione che non riguarda i mutui pregressi e non trasferiti al gestore e imputare le spese per il funzionamento dell'autorità d'ambito non alla tariffa bensì a risparmi di spesa».

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