A fine luglio a Firenze si terrà il 91-esimo Congresso Mondiale di Esperanto, cui parteciperanno delegati da tutto il mondo per fare il punto sui progressi di questa lingua della pace e dell'uguaglianza. Sono attesi circa 2.500 delegati da tutti i Paesi della UE e da tutti i continenti, dalla Cina al Brasile passando per l'Africa.
Molti enti e personalità italiane, da Moni Ovadia a Bocelli, da Tullio de Mauro a Francesco Sabatini, sostengono il congresso, ed anche il Ministero degli esteri lo sostiene moralmente con il suo patrocinio ma anche in pratica con l'acquisto, avvenuto in questi giorni, di 100 copie della traduzione in esperanto dei Promessi Sposi, che è stata pubblicata in marzo nel quadro dei lavori di preparazione del congresso.
Le copie acquistate dal Ministero andranno agli Istituti Italiani di Cultura all'estero e serviranno come canale aggiuntivo per far conoscere la nostra cultura.
Questa, del resto, è la finalità dell'esperanto, servire da ponte neutrale tra le culture e tra i popoli. Forse è per questa sua funzione antiegemonica, che l'esperanto viene sempre più considerato come LA possibile soluzione alle guerre linguistiche e culturali che stanno riducendo in maniera drammatica il numero di lingue parlate nel mondo a vantaggio di lingue e culture più forti.
Si tratta, quindi, di una lingua di pace ma anche di una lingua "ecologica", che può, cioè, mantenere l'equilibrio ecolinguistico del mondo.