Firenze, 25 Maggio 2006- "La Pelle come teatro della mente". E' questo il titolo del convegno che si terrà sabato 27 maggio presso l'Aula Martino V dell'ospedale di Santa Maria Nuova. Un titolo suggestivo per un appuntamento che vuole esplorare un campo ancora troppo specialistico, ovvero quello delle malattie dermatologiche psicosomatiche. Questa mattina il convegno è stato presentato a Palazzo Vecchio dal direttore della Società della Salute Fabio Focardi, da Torello Lotti professore ordinario di Dermatologia dell'Università di Firenze e da Alberto Cossidente psichiatra dell'Ateneo fiorentino.
"Si tratta di un'iniziativa molto importante - ha esordito il direttore Focardi - perché le malattie psicosomatiche colpiscono un numero crescente di cittadini e presentano non poche difficoltà a livello di diagnosi e di terapia. Per questo iniziative di studio e di approfondimento su questo tema sono molto utili". L'appuntamento di sabato è infatti il primo di una serie di corsi formativi itineranti in varie città italiane di medicina psicosomatica riferita non soltanto alla dermatologia ma anche alle altre specialità mediche: dall'urologia alla cardiologia, dalla ginecologia alla gastroenterologia, dall'endocrinologia alla pediatria, dall'oculistica alla reumatologia fino alla medicina generale.
L'obiettivo è inserire in modo concreto, più di quanto sino a oggi si sia realizzato, la medicina psicosomatica nella pratica clinica come modalità diagnostica e terapeutica propria di ogni ambito medico. Ancora oggi, infatti, la medicina psicosomatica rimane relegata a un ambito iperspecialistico, certamente marginale sul piano della formazione universitaria e post-universitaria nonché in quello della formazione permanente per gli operatori sanitari ospedalieri e territoriali. Eppure, come ha sottolineato Lotti, "si stima che il 30% dei pazienti che affollano gli studi medici, gli ospedali e che usufruiscono delle prestazioni del servizio sanitario nazionale con sintomi di patologie di vario genere, in realtà siano affetti da malattie psicosomatiche.
In pratica utilizzano gli organi del loro corpo, dalla pelle allo stomaco, dai muscoli all'intestino, come teatro di disturbi psicologici e relazionali. Questo perché è più facile accettare una malattia somatica che rendersi conto di un disagio psicologico". Anche Cossidente si è soffermato su questo tema, aggiungendo che "a livello inconscio è più conveniente esprimere un disagio psicologico in termini fisici piuttosto che prendere coscienza del problema". Ecco che quindi diventa importante che il medico di medicina generale sia a conoscenza delle linee di un approccio interdisciplinare psicosomatico che gli permettano di gestire tali patologie divenendo capace di osservare non solo la "malattia" ma "l'uomo malato" con le sue caratteristiche di personalità e comportamentali ed eventualmente con le sue difficoltà psicologiche che possono essere fattori o cofattori determinanti o complicanti la malattia e/o conseguenze psicosomatiche della malattia stessa.
Solo in questo caso il medico sarà in grado di formulare una diagnosi articolata ed esauriente, di predisporre, se necessario, eventuali consulenze specialistiche e quindi mettere in atto una terapia efficace e risolutiva con l'obiettivo di garantire al paziente la migliore qualità della vita possibile. "Altrimenti - ha ribadito Lotti - accade che le terapie non funzionino, nel paziente cresca la frustrazione e con essa le richieste di visite ed esami per confermare una malattia somatica che in realtà non esiste con una crescita esponenziale dei costi sanitari.
Da qui l'importanza del convegno di sabato e degli altri appuntamenti in programma che puntano a portare a conoscenza degli operatori sanitari le più attuali acquisizioni per giungere ad una corretta diagnosi e di informare sulle più recenti terapie disponibili". Il ciclo di incontri culminerà nell'ottobre dell'anno prossimo nel congresso nazionale, organizzato dalla Società italiana psicosomatica proprio a Firenze, dal titolo "Psicosomatica e qualità della vita". (mf)