Firenze, 19 maggio 2006- La mattina del 9 marzo 2004 il Sig. B. era stato arrestato con l'accusa di aver sublocato l'appartamento in cui aveva vissuto l'anno prima con la moglie a dei cittadini kossovari suoi parenti, a dire dell'accusa tutti clandestini. La notte del blitz, su denuncia della proprietaria di casa che viveva nell'appartamento accanto al quello locato, i sei ragazzi trovati nella casa venivano tradotti in Questura. Dai verbali dell'accusa, questi avrebbero dichiarato di pagare all'imputato 200 euro al mese, e di essere clandestini.
In realta' quella notte stessa gli inquirenti fotocopiavano le
varie ricevute delle richieste di permesso di soggiorno che attestavano la
regolarita' di quattro di loro. Il Pubblico Ministero, nonostante cio' e
contro l'evidenza, presumendo sia il "profitto ingiusto" sia la presunta
condizione di clandestinita', ne chiedeva la condanna per direttissima per
sfruttamento all'immigrazione clandestina (Art. 12 5 comma).
La difesa, avv. Claudia Moretti dell'Aduc. ha chiesto e ottenuto
l'assoluzione perche' il fatto non sussiste.
Dagli atti di indagine gia' risultava chiaro che solo due non erano in regola con il permesso di soggiorno, e che avevano cominciato le pratiche come richiedenti asilo politico; pertanto il processo non doveva ne' poteva esser iniziato! Non solo, l'accusa era di aver cheisto 200 euro per un posto letto, che nel dibattimento sono risultati esser 100 e persino nulla per chi non ce li aveva, come per i due ragazzi ancora irregolari. E anche se fosse? Ma quanto costa ad uno studente italiano un posto letto a Firenze? Varia dai 250 ai 300 euro.
Ora, poiche' la norma contestata richiede l'approfittamento
ingiusto per la condizione di inferiorita' del clandestino, come e'
pensabile anche in astratto, ritenere che con 100 euro si esorbiti dai
prezzi di mercato, proprio perche' sei clandestino? Dove sta
l'approfittamento per la condizione di clandestinita'?
Per fortuna l'istruttoria dibattimentale ha chiarito, se mai ce ne fosse
stato bisogno, che il Sig. B altro non faceva che rendere umanitariamente il
servizio che a lui fu offerto dai propri connazionali quando venne in Italia
fuggito dal Kossovo per chiedere asilo.
Dunque, se pur ancora non se ne
conoscono le motivazioni, e' stato assolto per aver ospitato due suoi
connazionali e per averli cosi' levati dalla strada. Per fortuna, ospitare
un clandestino ancora non e' reato.
Ma quanto e' costato al Sig. B questo processo che poteva e doveva esser
evitato? Un arreso durato due giorni, due anni di processo per direttissima,
numerose udienze e l'impossibilita' di chiedere la carta di soggiorno.
Soprattutto la paura di non riuscire a dimostrare la propria innocenza e
vedersi rispedire in Kossovo dopo 12 anni di regolare lavoro in Italia.
Subire una condanna anche piccola per questo genere di reato comporta la
revoca e il non rinnovo del permesso di soggiorno.
Mentre ci chiediamo se si tatti di un errore giudiziario o di un pregiudizio
da parte degli inquirenti che hanno proceduto ad imbastire il tutto,
speriamo che gli inquirenti valutino attentamente le proprie carte prima di
arrestare e processare per direttissima individui chiaramente innocenti. Nel
frattempo il Sig. B. chiedera' il risarcimento per l'ingiusta detenzione.