Firenze, 27 Aprile 2006- Saranno il presidente della Regione, Claudio Martini (Ds), il presidente del Consiglio regionale, Riccardo Nencini (Sdi), ed il vicepresidente del Consiglio regionale, Paolo Bartolozzi (FI), i delegati toscani che parteciperanno all’elezione del Presidente della Repubblica. La nomina è stata approvata dall’assemblea regionale. Martini ha ottenuto 31 voti, Nencini 30, Bartolozzi 16. Caterina Bini, candidata dal capogruppo della Margherita, Alberto Monaci, ha ottenuto 9 voti, mentre 1 voto è andato allo stesso Monaci.
I consiglieri presenti e votanti sono stati 55; ogni consigliere aveva la possibilità di esprimere due nomi. Il primo ad intervenire sulla delibera di nomina è stato il capogruppo Ds, Paolo Cocchi, che ha avanzato la candidatura del presidente Martini. Subito dopo, Monaci ha chiesto una sospensione, per consentire una riunione di maggioranza.
Con la ripresa dei lavori, Eduardo Bruno (Comunisti italiani) ha avanzato la candidatura di Nencini e Maurizio Dinelli (FI) ha proposto il nome di Bartolozzi, mentre Monaci è intervenuto per candidare la collega Bini:“Abbiamo scelto di candidare la nostra esponente Caterina Bini – ha dichiarato il capogruppo Dl - in quanto non ci sentiamo rappresentati dall’On.
Riccardo Nencini, esponente nazionale di primo livello della Rosa nel Pugno. Di Nencini apprezziamo il ruolo istituzionale come Presidente del Consiglio, ma non possiamo concordare con le sue scelte politiche e con l’intenzione, espressa nei giorni passati, di voler votare per Emma Bonino come candidata al Quirinale. Politicamente non possiamo accettare la Rosa nel Pugno come nostro rappresentante. Inoltre, visto che si parla spesso di quote rosa, senza mai mettere in pratica tali concetti, abbiamo voluto candidare una donna a rappresentare il Consiglio regionale a Roma”.
“Assolutamente nessun problema con Claudio Martini – ha continuato Monaci - ma con questa scelta abbiamo rifiutato la gestione di questa elezione, troppo pasticciata e superficiale nella logica del “fatto compiuto”. Non esiste nessuna regola istituzionale che indichi che tra i tre delegati toscani ci debbano essere il Presidente della Giunta e il Presidente del Consiglio, considerato anche il fatto che Martini è stato eletto direttamente dagli elettori e non è di fatto rappresentante del Consiglio.
Senza nulla da eccepire sulle persone, abbiamo reclamato la libertà dell’assemblea di poter decidere al di là dei ruoli istituzionali. Non concordiamo, quindi, sulla procedura. Si tratta di una scelta politica e non istituzionale, e per questo, non convenendo con la candidatura di Riccardo Nencini, abbiamo deciso d’esprimere una nostra candidata”.
Roberta Fantozzi ha spiegato la posizione di Rifondazione comunista. “L’unico vincolo istituzionale in questa nomina è la riserva di un nome per le minoranze – ha detto - Da tempo cerchiamo di dire che di minoranze non ne esiste una sola.
Non pensiamo sia possibile oggi mettere in discussione i criteri consueti, tuttavia esprimiamo un disagio, e delle due indicazioni possibili ne esprimeremo una, per la figura che indubbiamente rappresenta la Toscana: il presidente Martini”.
«L’Unione? E’ il luogo delle disunioni». Parola del Presidente di Alleanza Nazionale in Regione Toscana Maurizio Bianconi, che così commenta l’ennesima divisione registrata oggi durante il dibattito in Consiglio regionale all’interno della coalizione di centrosinistra.
Ennesima, sì, perché l’ultima settimana è stata un florilegio di episodi che hanno visto gli Uniti l’un contro l’altro schierati: «La settimana scorsa le tre mozioni diverse sul Piano regionale di Sviluppo. Poi – ricorda Bianconi – le dimissioni dell’assessore al bilancio Montemagni. E oggi la disparità di intenti sull’indicazione dei grandi elettori per il Quirinale: alla faccia del nome che porta, quest’Unione riesce ad irrigidirsi anche su questioni normate da prassi consolidate come era l’indicazione dei delegati al voto per la presidenza della Repubblica.
Complimenti».